Ivan Scudieri nel suo consueto editoriale ha analizzato l’attuale momento del Napoli all’indomani della sconfitta contro la Fiorentina.
Con o senza Garcia, questo Napoli non può e non deve abdicare, la stagione è ancora lunga. La parola passa ad Aurelio De Laurentiis che dovrà essere capace di valutare se l’allenatore meriti ancora fiducia o se sarà necessario iniziare seriamente a guardarsi intorno. Se davvero Vincenzo Italiano era la prima scelta di Aurelio De Laurentiis, possiamo affermare che il presidente del club partenopeo, ci aveva visto giusto. I toscani sono scesi in campo con le idee chiare, è sembrato da subito evidente che tutti i calciatori viola, sapessero esattamente cosa fare per mettere in difficoltà gli azzurri. La Fiorentina ha giocato bene, pressato alto, e ci ha creduto davvero di poter espugnare il Maradona. Jack Bonaventura ha rappresentato un valore aggiunto assoluto, un leader capace di trascinare e valorizzare il gioco d’attacco dei compagni. Ci sono stagioni che nascono storte, il valore del Napoli non è in discussione nonostante la sconfitta, con un pizzico di fortuna i partenopei avrebbero potuto pareggiare, così non è stato. Preoccupa l’involuzione di un collettivo che non riesce ad esprimere il suo potenziale. Non può e non deve esserci solo Meret sul banco degli imputati. Troppi calciatori al di sotto dei loro standard, Osimhen Olivera, Kvaratskhelia su tutti, troppa confusione, troppi azzardi dalla panchina.
Una squadra che non è più capace di divertirsi ed esprimere bellezza: reazione o cambiamento?
Che calciatori del calibro di Kvaratskhelia, Osimhen, Mario Rui, Politano, abbiano in tempi e modalità diverse espresso dissenso verso le scelte del tecnico francese, non può passare inosservato. E non si tratta di comprimari ma di gente che ha contribuito attivamente ai recenti successi del club. Raspadori umiliato a rincorrere Arthur è un peccato mortale, è chiaro che il minutaggio del calciatore debba crescere rispetto all’anno scorso, ma la soluzione non può essere schierarlo sempre fuori ruolo, lo si espone ad un’involuzione che non merita, soprattutto alla luce delle indiscutibili qualità del ragazzo. Me non è solo l’impiego di Raspadori il problema, che il naturale sostituto di Anguissa infortunato potesse essere Cajuste, più allenato al contenimento in mediana, sembrava davvero un ragionamento semplice ed elementare. Che Politano non andasse sostituito, anche. Che Simeone potesse affiancarsi ad Osimhen, pure. Non serve essere un tecnico accreditato al corso di Coverciano per capire che Garcia ha una capacità di complicarsi la vita davvero invidiabile.
La sosta per gli impegni delle nazionali, urge una seria riflessione. Natan nota positiva.
Ora delle due l’una: o i calciatori decidono di reagire e seguire in religioso silenzio e incondizionata fiducia il tecnico francese, consentendogli di poter esprimere le sue “idee”, oppure la società dovrà correre ai ripari velocemente per contenere i danni che sembrano aver compromesso seriamente le ambizioni di potersela quantomeno giocare, la possibilità di rivincere il campionato. Le scelte di De Laurentiis al momento appaiono aver indebolito organizzazione e organico. Spalletti, Giuntoli, Lozano non sembrano essere stati adeguatamente sostituito e paradossalmente la partenza più dolorosa di Kim sembra essere stata rimpiazzata con un calciatore che da quando è entrato in campo, ha sbagliato veramente poco. Natan se continua così può davvero crescere e diventare un punto di riferimento per il reparto difensivo. Capitolo Meret: il ragazzo non avverte la fiducia della piazza, e in questa stagione non sta riuscendo a mettere a tacere i pregiudizi di cui è vittima. Gollini scalpita per poter dimostrare di essere all’altezza, la situazione è davvero delicata, un’inversione delle gerarchie potrebbe essere comunque rischioso. L’augurio è che la pausa per gli impegni delle nazionali possa aiutare squadra e tecnico a ricompattarsi e a ritrovare con continuità la strada per raggiungere i successi che piazza e tifoseria si aspettano dai campioni d’Italia.
L’aforisma
“La fiducia è l’unico regalo che non riceverai due volte” (Cit.).