Il Napoli di Conte: Potenziale da Record, ma il Campo Non Mente
“Sì, potenzialmente è il Napoli più forte in cui abbia giocato, ma dovrà parlare il campo”. Queste parole di Matteo Politano, uno dei veterani dello Scudetto, risuonano come un campanello d’allarme per tutti i tifosi azzurri. Non è solo ottimismo; è un promemoria che, dopo il trionfo del 2023, questa rosa – piena di talenti come Milinkovic-Savic e Lukaku – rischia di essere un fuoco fatuo se non si traduce in risultati concreti.
Politano ha ragione: con arrivi del calibro di questi, il Napoli potrebbe eclissare le squadre di Sarri o Ancelotti, ma pensate a come la Juventus, con meno chiasso, ha sempre convertito il potenziale in vittorie. Qui a Castel di Sangro, però, i carichi di lavoro stanno diventando un’ossessione, con sessioni che non si fermano neanche alla vigilia del test contro il Brest – un avversario francese già rodato e tutt’altro che amichevole.
Nove azzurri ai box ieri, tra infortuni e affaticamenti: Buongiorno, Gilmour e soci sono fuori, mentre Conte gioca al limite con Meret e Juan Jesus, forse rischiandoli per uno spezzone. Critichiamolo pure: il mister sta spingendo come un Diesel, ma se finiamo con l’infermeria piena a settembre, addio sogni di bis. È ironico, no? Altri club come il Milan gestiscono i ritiri con più calma, e guarda caso non piangono sempre infortuni.
Per il match di stasera al Patini – sold-out, come da tradizione partenopea – Conte punterà su Rrahmani e Beukema in difesa, con Milinkovic-Savic che potrebbe debuttare e dare subito segnale. E Lukaku in attacco? Potrebbe essere la chiave, ma se non gestiamo i minuti con intelligenza, finiamo come certe stagioni passate: grandi promesse, zero coppe.
Tifosi, non vi eccitate troppo: questo Napoli ha il DNA per dominare, ma se il campo non confirma, Politano ci ricorda che è solo aria fritta. D’altronde, nel calcio non si vince con i muscoli a tavoletta, ma con la testa. Forza Azzurri, ma occhio ai trabocchetti!