Il Corriere dello Sport non perde occasione per esaltare talenti globali, e stavolta si fionda su Kevin De Bruyne dopo la sua prova scintillante contro l’Olympiacos. “Napoli con il 4-4-1-1, per la prima volta dall’inizio e per la prima con Anguissa, Lobotka, McTominay e De Bruyne insieme. Già, KDB: un moto perpetuo.”
Questa descrizione dipinge De Bruyne come un eterno motore, un “ragazzino di 34 anni” che pressa, costruisce e inventa gioco con classe innata – eppure, facciamoci una domanda: è solo un bel sogno per il Napoli? “Un ragazzino di 34 anni che trovi ovunque a pressare, costruire, legare il gioco e aprire il compasso con la solita intelligenza e innata classe.” Qui, il Corriere azzecca il ritratto, ma sottovaluta quanto un centrocampo così stellato sembri un miraggio per gli azzurri, schiacciati da limiti di budget e infortuni.
Pensateci: Anguissa è una forza bruta, Lobotka un metronomo, ma aggiungere KDB significherebbe trasformare il nostro 4-4-1-1 in un dominio puro, come ai tempi di Hamsik e Jorginho. “Nel finale, quando esce Lucca per esigenze di gestione, fa anche il falso nove. Anguissa non è da meno, anzi è una furia, ma è la mole di gioco costruita dai quattro centrocampisti a convincere: il possesso diventa dominio e nasce un album di chance.”
Tuttavia, con De Bruyne al City e i nostri mediani a lottare per coesistere, questo scenario suona più come una presa in giro che una realtà – quasi ironico, no? I tifosi del Napoli meritano più di sogni campati in aria; vogliamo un centrocampo che aggredisca davvero, non solo sulle pagine dei giornali. E se Giuntoli non muove il mercato, rischiamo di restare a guardare. Forza, azzurri, trasformiamo l’illusione in fatti sul campo!