Darwin Nunez, l’eterno oggetto del desiderio del Napoli prima che la dirigenza virasse su Lucca come piano B per sostituire Lukaku, è ormai a un passo dall’Arabia Saudita. Dopo un’estate di corteggiamenti sfumati, l’uruguaiano sta per firmare con l’Al Hilal, un club che sta diventando una vera calamita per ex talenti europei in cerca di gloria facile e buste gonfie. Lo scrive Fabrizio Romano su X, e non c’è da stupirsi: l’accordo con il Liverpool è già sui binari, ma tutto dipende dal sì definitivo di Nunez.
Come tifosi del Napoli, non possiamo fare a meno di ripensare a quell’estate in cui Aurelio De Laurentiis lo snobbò, optando per un profilo più abbordabile. E ora? Nunez, pagato quasi 100 milioni dal Liverpool tre anni fa, rischia di diventare l’ennesimo flop in fuga verso il Golfo, dove i petrodollari coprono carenze tecniche che in Premier League erano fin troppo evidenti. Ironico, no? Proprio lui che non ha mai convinto del tutto sotto Klopp.
Ma guardiamo in casa nostra: mentre l’Al Hilal puntava prima su Osimhen – e sapete come è andata a finire, con il nigeriano al Galatasaray – il Napoli ha dovuto reinventarsi. Il nostro Victor è un leader, non un riempipista come Nunez, che ha collezionato più cartellini che gol decisivi. È una lezione sul mercato: meglio un colpo azzeccato che rincorrere sogni irrealizzabili.
Paragonandolo al passato, ricordate Cavani o Higuain? Quei bomber veri che hanno segnato l’era azzurra. Nunez? Sembra più un’eco di quei tempi d’oro, ma senza la stessa fame. Che il suo addio alla Premier League sia un avvertimento per chi sottovaluta la Serie A: qui si gioca per vincere, non per scaldare panchine esotiche.
Insomma, agli appassionati partenopei, questa storia lascia un mix di sollievo e scherno: meglio così, Darwin. Ora concentrati sul Napoli che, errori a parte, sta costruendo un futuro senza rimpianti. Avanti, azzurri!