Nell’estate del 1984 il Napoli viveva uno dei suoi momenti più emozionanti, segnato dall’arrivo al San Paolo di Diego Armando Maradona. Un periodo, questo, reso ancora più speciale dalla giovane promessa Ciro Ferrara che riceve una medaglia direttamente dalle mani del campione argentino. Con lui, altri promettenti talenti come Ugo Napolitano, Giuseppe Bizzarro, Patrizio Chiaiese ed Enrico Zazzaro formavano il cuore delle giovanili napoletane, pronti a iniziare una nuova avventura con la prima squadra.
Ricordi indelebili con Diego Armando Maradona
Per i giovani ragazzi, allenarsi e vivere al fianco di leggende del calcio era un sogno che diventava realtà. Maradona, nonostante la sua fama, si mostrava sempre scherzoso e disponibile, trattando i giovani come compagni di squadra e non da “Maradona”. L’amicizia nata con questi ragazzi rimase uno dei ricordi più preziosi di quell’epoca. Un aneddoto in particolare rimase impresso nelle memorie: l’invito a cena a Napoli da parte della famiglia Napolitano, che Diego accettò, passando una piacevole serata tra chiacchiere e risate fino a tarda notte.
La strada verso il debutto
Il lavoro svolto sotto la guida di Sormani in Primavera iniziò a dare frutti, con i ragazzi spesso convocati in ritiro con la prima squadra. Ugo Napolitano, in particolare, sembrava pronto per il grande salto, ricevendo la sua occasione di esordire contro il Torino al minuto 80. Anche Ferrara e Zazzaro si trovavano spesso tra i convocati, mostrando il loro talento in allenamento. Tuttavia, l’allenatore Marchesi era noto per la sua riluttanza a dare responsabilità ai giovani, limitando spesso le loro apparizioni in campo.
L’apice arrivò il 5 maggio al San Paolo contro la Juventus, con Ferrara che subentrò dopo l’infortunio di Ferrario. Un debutto contro avversari del calibro di Boniek, che Ferrara riuscì a neutralizzare, lasciando intravedere un futuro luminoso per la giovane promessa del Napoli.
Una carriera iniziata a Udine e glorificata con 322 presenze
La carriera di un giocatore può iniziare in sordina, come accaduto a Udine contro Montesanto, ma svilupparsi in qualcosa di straordinario. È il caso di un giovane calciatore che, a partire dalla stagione successiva, è diventato la prima alternativa ai marcatori centrali, chiudendo la sua carriera con un totale di 322 presenze.
L’educazione tattica di Napolitano
Un diverso percorso ha segnato invece la vita calcistica di Napolitano. Dopo aver esordito contro il Torino, la sua carriera ha preso una direzione inaspettata con un prestito in serie C al Campania. Qui, sotto la guida di Giovanni Vavassori, Napolitano ha affinato le sue doti tattiche, importante per un calciatore formato nei vivai di rilievo. La C1 del tempo era una palestra competitiva e fondamentale per il suo sviluppo professionale.
Dall’inizio modesto all’affermazione in B
Dopo l’esperienza in C, Napolitano ha affrontato la serie B con squadre come Cosenza e Reggina, raggiungendo ben 300 presenze totali. Ha marcato giocatori di rilievo e si è costruito una reputazione come difensore solido e duro, ricordato anche da celebri attaccanti come Bobo Vieri e Pippo Inzaghi.
Nel frattempo, altre carriere promettenti hanno avuto esiti diversificati. Zazzaro e Chiaiese, per esempio, non sono mai riusciti a debuttare in prima squadra, mentre Bizzarro ha visto la sua carriera spezzarsi prematuramente a causa di un infortunio, finendo per lavorare nella merceria di famiglia, i suoi sogni calcistici sfuggiti ma resi immortali da una maglia speciale: la numero 10 di Diego.
Fonte: Esteban Aureliano Buendia sul gruppo Facebook “La poesia del calcio”.