Antonio Conte Espone le Sue Preoccupazioni per il Mercato Dopo la Gara Contro il Modena
Antonio Conte, dopo la partita contro il Modena, ha manifestato apertamente le sue preoccupazioni riguardo il mercato del Napoli. Le sue parole, esplosive e dense di significato, richiedono un’attenta analisi per essere comprese appieno.
Il Significato delle Dichiarazioni di Conte
Da tifoso del Napoli, celebro il passaggio del turno. Tuttavia, da analista dei fenomeni manageriali e aziendali, sono affascinato dalle dichiarazioni dirompenti di Antonio Conte, che sono state indirizzate alla società a fine partita. Conte è un vincente e, nella prossima stagione, spera fortemente di non dover rimangiare queste parole. Il suo obiettivo non gli sfuggirà, a patto che vengano rispettati gli accordi di collaborazione raggiunti dopo oltre tre mesi di trattative. Conte ha avuto la necessità di rimettere in riga alcuni dirigenti e spingere il presidente a garantirgli i cambiamenti culturali da lui suggeriti, nonostante le formali smentite di rito. Non è solo una questione di mercato, ma di un approccio manageriale basato su un modello aziendale che al Napoli mancava.
Da Gruppo a Squadra: Il Modello Manageriale di Conte
Il comportamento di Conte in questi primi mesi ha avuto un unico scopo: far comprendere al management del Napoli che avere una finalità comune, come avviene in un gruppo, non equivale a vincere. Ecco perché, di solito, nelle organizzazioni si aspetta tanto prima di alzare un trofeo. Julio Velasco, durante un incontro formativo oltre 15 anni fa, raccontò che aveva detto ai suoi giocatori e dirigenti che si definivano un buon “gruppo” (ma non vincevano): “Se non saprete lavorare con spirito di squadra, vi metterò in panchina a fare gruppo.”
Il gruppo, sia in azienda che in altri contesti, è essenziale per la produzione di idee. Nel gruppo si discute, si media, si negozia, si prendono le distanze e si ammettono le eccezioni. Il concetto di gruppo pone l’attenzione sull’assetto interno, sulla collaborazione tra persone e sulla loro organizzazione per lavorare bene, più che per competere. Conte, invece, ha voluto lanciare un messaggio chiaro: oltre a una finalità comune, la società deve competere, deve diventare una squadra. Il concetto di squadra evoca l’ambiente esterno della competizione e della sfida.
Nella squadra non si discute, non si media, non si negozia, non si opina, non si prendono le distanze e non si ammettono eccezioni. Ottenere dalle persone abituate a lavorare in gruppo un comportamento da squadra non è facile, e la sua realizzazione non è immediatamente conseguente alle dichiarazioni. Ci vuole tempo, una selezione severa delle persone e un’educazione non spontanea, che deve essere indotta con convinzione, consapevolezza, formazione e testimonianza più che con la costrizione. Ma a Conte la variabile tempo non piace.
Il concetto di squadra di Conte implica che dirigenti e calciatori devono avere una coscienza immediata di partecipare a una sfida, il cui esito sarà la vittoria o la sconfitta. Il messaggio di Conte ad Aurelio De Laurentiis e al management del Napoli è stato chiaro: tutti i manager sanno lavorare in gruppo, ma non tutti sono capaci di lavorare in squadra. Avrà ragione Conte? Solo il tempo dirà se aggiungeremo “purtroppo” o “per fortuna” ai nostri commenti.
Per approfondire l’argomento sulla fonte originale