sabato, Gennaio 18, 2025
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L’addio di Kvara secondo Bianchi: “Oggi i calciatori sono aziende, noi giocavamo per la maglia”

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NAPOLI – Ottavio Bianchi, ex giocatore e allenatore di Napoli e Atalanta, ha condiviso le sue riflessioni nel corso di un’intervista a ‘Radio Goal’, trasmessa in diretta su Kiss Kiss Napoli. Qui ha offerto un’analisi cruda e realistica del calcio moderno, toccando diversi aspetti che definiscono il gioco odierno.

Ottavio Bianchi

Giocatori al centro della scena

Parlando dell’atteso confronto tra Atalanta e Napoli, Bianchi ha dichiarato: “Atalanta-Napoli? Lo spettacolo lo fanno i giocatori, non gli allenatori che al massimo danno le indicazioni. Ora si gioca in sedici e i calciatori fanno la differenza. Spesse volte sono i subentranti che decidono le gare, non esistono più i titolari e le riserve.” Le sue parole evidenziano come i calciatori rappresentino gli autentici protagonisti delle partite, sottolineando l’importanza dei nuovi entrati e di come la distinzione tra titolari e riserve sia ormai superata.

L’evoluzione delle strategie

Bianchi ha poi proseguito analizzando l’evoluzione tattica: “I moduli? Un allenatore non può avere solo un modulo in testa, i protagonisti son sempre i giocatori. L’Atalanta ha sempre fatto campionati per non retrocedere, ora fa parte dell’elite del calcio mondiale e non è più una provinciale. A Gasperini hanno acquistato i calciatori all’altezza anche.” Il caro ex mister ci ricorda che un’adeguata strategia e l’acquisto di giocatori di valore hanno permesso all’Atalanta di affermarsi a livello mondiale.

La realtà economica del calcio moderno

La discussione si è poi spostata sulle dinamiche economiche che influenzano il trasferimento dei calciatori: “L’addio di Kvaratskhelia? Va bene, ma non dimentichiamoci che un calciatore, oggi, fattura come una grande azienda. Non si può pensare che oggi si giochi per la maglia come facevamo noi che eravamo dei poveri uomini dal punto di vista dello stipendio. Oggi il calciatore va dove gli conviene e dove conviene al suo agente”. Le parole di Bianchi riflettono una realtà ben diversa da quella vissuta durante la sua carriera, ponendo l’accento sul nuovo volto commerciale del calcio contemporaneo.

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