Quando gli ultras dimenticano il senso dello sport: cori razzisti e tensioni assurde tra tifoserie ma ricordiamoci che “I gemellaggi non c’entrano nulla con la contesa sul terreno di gioco” #Calcio #Ultras #SportVsViolenza
In un clima sempre più difficile da digerire, le tensioni tra tifoserie si fanno sentire molto più forti rispetto al semplice confronto sportivo sul campo. È triste dover constatare che mentre si gioca una partita, c’è chi si perde in cori razzisti e scenari di violenza, dimenticando cosa dovrebbe davvero contare.
Nel centro della polemica, la necessità di sottolineare che “I gemellaggi non c’entrano nulla con la contesa sul terreno di gioco”. Eppure, troppe volte nelle curve si fatica a mantenere questo pensiero di buon senso. Il gemellaggio tra tifoserie è un legame simbolico, un qualcosa che dovrebbe stare sopra a ogni rivalità sportiva, un gesto di rispetto reciproco che va al di là dei 90 minuti in campo.
Invece, stadi italiani si trasformano regolarmente in scontri verbali e fisici, con cori offensivi che non solo infangano il calcio, ma macchiano l’immagine di migliaia di appassionati che seguono la loro squadra con passione, ma senza odio. Un vero peccato, visto che lo sport dovrebbe unire e non dividere in maniera così netta.
La storia e le tradizioni di molte tifoserie sono legate indissolubilmente a queste alleanze simboliche, ma evidentemente sono pochi quelli disposti a mantenere la testa fredda e a dare priorità al rispetto reciproco. In un calcio che dovrebbe insegnare valori, ascoltare queste dichiarazioni semplici, ma cruciali, è il minimo indispensabile per provare a risalire la china.
Modificato in data 19 Maggio 2025 - 16:26 per correzione refuso