Nel mondo del calcio, il recente episodio di ‘deepfake’ ha coinvolto numerosi protagonisti della Serie A, sorprendendo tifosi e appassionati.
Tra le vittime illustri di questo fenomeno, ‘da Calabria a Ciro Immobile, da Armando Izzo a Jorginho’. La tecnologia del ‘deepfake’ permette di creare falsi video estremamente realistici, utilizzando l’intelligenza artificiale per sovrapporre il volto di una persona a quello di un’altra. Questo ha sollevato immediate preoccupazioni sulla sicurezza e l’integrità delle comunicazioni online.
L’intervento di Luciano Spalletti
Il vero punto di svolta è stato l’intervento del vero Luciano Spalletti. Il noto allenatore ha prontamente utilizzato le sue piattaforme social per chiarire la sua posizione e smascherare l’inganno. La sua reazione tempestiva è stata fondamentale nel prevenire ulteriori fraintendimenti e nel proteggere la sua immagine pubblica. Questi eventi sottolineano l’importanza di rimanere vigili e critici nei confronti di ciò che viene condiviso online, in particolare nel mondo dello sport, dove la reputazione e l’immagine pubblica sono cruciali.
Un’industria sotto assedio
L’uso inappropriato della tecnologia ‘deepfake’ rappresenta una nuova sfida per il mondo del calcio e dello sport in generale. Proteggere la veridicità dell’informazione e l’integrità dei protagonisti diventa una priorità per club e istituzioni sportive, costantemente sotto pressione da parte di tecnologie sempre più avanzate.
Le Iene fingono di essere Spalletti e ingannano al telefono alcuni calciatori (due ex Napoli): Ct furioso!
Ci sono caduti in tanti, da Calabria a Ciro Immobile, da Armando Izzo a Jorginho. Poi è intervenuto il vero Luciano Spalletti.
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