Il Vesuvio infuocato: una battaglia che unisce Napoli, tra eroismo e lezioni per i nostri colori
Mentre il Napoli scalpita in campo per difendere i suoi sogni scudetto, la nostra Napoli reale combatte contro un avversario crudele: le fiamme che divorano il Parco Nazionale del Vesuvio. Tre focolai ancora attivi – nella valle del Gigante, a sud del cratere e nella zona del Vicinale – tengono in ansia la città, con Canadair e elicotteri in azione dalle prime luci. È una lotta che ricorda le rimonte epiche della nostra squadra, ma qui il campo è di cenere e fumo, non di erba verde.
“Lo ha reso noto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, al termine di un vertice del Centro coordinamento soccorsi”, in collaborazione con Protezione Civile e Regione Campania. Bravo Di Bari, un po’ come un mister che schiera la difesa: finalmente vediamo coordinamento, con sei Canadair e elicotteri che bombardano le fiamme, mentre 15 squadre di volontari scendono in campo per la bonifica. Eppure, ci chiediamo: perché dobbiamo sempre aspettare che il fuoco divampi per mobilitarci? È la solita storia napoletana, dove l’emergenza fa da sveglia.
I vigili del fuoco rafforzano il fronte con moduli da Toscana e Marche, e persino presidi sanitari pronti per i volontari. “Il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto lo stato di mobilitazione nazionale della Protezione civile per domare definitivamente le fiamme”, gridando aiuto come un ululato da curva. Ironico, no? De Luca è maestro nel chiamare rinforzi, ma quanti incendi potevamo evitare con più prevenzione, invece di affidarci a miracoli aerei? Sembra il Napoli di un tempo: bravo a reagire, ma spesso in ritardo.
Paragoniamo questo caos al nostro amato club: nel ’87, con Maradona, superammo crisi peggiori unendo la città. Oggi, i tifosi veri devono chiedersi se questa emergenza non sia un campanello per il Napoli stesso – troppe “fiammate” di errori tattici che potremmo spegnere con più organizzazione, come questi eroici pompieri. Non è il momento di neutrale analisi: svegliamoci, Napoli, perché se il Vesuvio brucia, brucia anche il nostro orgoglio.
E voi, appassionati, dite la vostra: è solo un incendio o un simbolo di quanto siamo tosti, ma anche incasinati? Forza Napoli, in campo e nella vita!