mercoledì, Novembre 12, 2025

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L’ironia tagliente di McTominay sulle lingue rivela le buffe lacune dei calciatori all’estero

Una stagione da sogno: McTominay e il Napoli, un amore sorprendente

“Una parola per descrivere la stagione con il Napoli? Amazing. Incredibile.” Così esordisce Scott McTominay nell’intervista al Mattino, e come dargli torto? Per un centrocampista MVP, catapultato in una realtà caotica come Napoli, trasformare l’adattamento in trionfo è pura magia azzurra.

Dopo anni di Premier League, McTominay ha abbracciato il Sud con l’etica del lavoro che i tifosi del Napoli adorano – o invidiano ai big club come Juve e Milan. “Ho vissuto tante emozioni in una città diversa, amici diversi, lingua diversa. Ma sapevo di dovermi adattare e ho fatto quello che ho sempre fatto in carriera: lavorare duro per migliorare e per dimostrare all’allenatore di poter giocare”. Quel sudore è valso un MVP, ma facciamoci una domanda: se tutti i nuovi acquisti avessero il suo spirito, il Napoli eviterebbe figuracce?

E poi c’è il duo con Pasquale Mazzocchi, un legame che profuma di vera partenopea.

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McTominay lo dipinge come un modello: “Pasquale è una persona super, un ragazzo fantastico. Lavora così duramente ogni singolo giorno, è umile, è quello che si dovrebbe essere sempre quando si entra su un campo da calcio. E poi è un gentleman anche fuori dal calcio. Proprio per questo per me è un piacere stare con lui“. Ironico, però, che tra un inglese scarso e un italiano da bocciare – “Il mio italiano? È ancora scarso. Il suo inglese? Da zero in pagella” – questi due incarnino l’essenza del Napoli: caos creativo che porta risultati.

Paragonatelo ai flop stranieri del passato, come Higuain che scappò al Nord: McTominay sta rilanciando un club in cerca di identità, offrendo spunti per discussioni accese tra tifosi. È un segnale che il Napoli può competere, o solo una bella storia isolata? Voi che ne pensate, appassionati: meglio un MVP che suda o stelle che brillano e poi spariscono?

In fondo, in una piazza esigente come Napoli, questo è più di un’intervista: è un richiamo a credere, lavorare e, se serve, riderci su. Forza Azzurri!