Nel recente appuntamento con Mondo Pengwin, il giornalista Sandro Sabatini ha offerto un interessante parallelismo storico, confrontando due epoche significative del Napoli. Sullo sfondo, una suggestiva immagine di quell’atmosfera unica che avvolge la città partenopea quando il calcio si fa mito.
Il sacro e il profano di un mito
“Nell’anno di Maradona c’è la sensazione dello scudetto unico, che poi non si ripeterà mai più,” ha esordito Sabatini, evocando l’era irripetibile che fu impreziosita da quella famosa scritta al cimitero, “‘Che vi siete persi’”. Un’atmosfera leggendaria, dove le emozioni sembravano destinate a non tornare più. A seguire, una serie di eventi tumultuosi segnò la squadra: “L’anno dopo succede il finimondo, i giocatori scrivono le lettere contro Bianchi, l’ammutinamento, le accuse della partita col Milan.
Leggi di più su
Calcio
Potrebbe interessarti
De Maggio rivela: Juan Jesus e Marianucci titolari a sorpresa contro Torino, è vera questa voce?
Italia-Israele a Udine: Partita blindata tra proteste e droni antisommossa per un match ad alta tensione
Spalletti e Napoli: il mister ha toppato due volte, verità emersa
Politano out col Torino: Sostituto già in rampa di lancio da Castel Volturno!
Un presente che richiama il passato
Osservando l’attualità calcistica, Sabatini ha tratto un parallelo con l’era di Luciano Spalletti: “Si sta ripetendo in maniera ‘normale’”, afferma con enfasi. L’annata targata Spalletti evoca quella sensazione di unicità che, come trentatré anni fa, sembra destinata a lasciare un ricordo incancellabile. “Un anno nero, il secondo anno dopo cambia l’allenatore e sembra che cambiano quasi tutti i presupposti ma la squadra c’è!” Un cambiamento di rotta necessario? Forse, ma sicuramente una conferma della resilienza intrinseca della squadra azzurra.