Quando il dolore diventa un ricordo amaro: Montervino racconta il suo incubo in campo e quello di Lobotka #Calcio #Infortuni #Napoli #SerieA
Francesco Montervino, ex capitano del Napoli, ha avuto la generosità di aprirsi completamente su un episodio personale, offrendo uno sguardo crudo e diretto su ciò che significa vivere un infortunio grave in campo. La sua esperienza è stata messa a confronto con quella attuale di Stanislav Lobotka, centrocampista partenopeo alle prese con problemi fisici.
Con una franchezza sorprendente, Montervino ha ammesso quanto certi momenti possano segnare non solo la carriera, ma anche la mente di un calciatore: "Un infortunio del genere ti cambia radicalmente. Non è solo il dolore fisico, ma la paura di non poter più tornare quello di prima, di non essere più il giocatore che la squadra si aspetta."
Lobotka, in questo senso, sta vivendo una vera e propria battaglia contro il tempo e contro sé stesso, un incubo che Montervino conosce fin troppo bene: "So cosa passa nella testa quando sei costretto a guardare gli allenamenti dal divano, mentre gli altri sudano e provano a convincerlo che va tutto bene, ma tu dentro sai che non è così."
L’ex capitano ha continuato con parole che sembrano quasi un avvertimento per chiunque sottovaluti il peso di certi imprevisti nella vita di un atleta: "Non è solo questione di ossa rotte o muscoli, è una lotta psicologica che ti fa sentire isolato, inutile. Serve forza, di quella vera, per affrontarla e uscirne."
Il racconto di Montervino rende ancora più comprensibile la situazione di Lobotka, spesso al centro di illazioni e critiche fuori luogo. Questo confronto diretto mette in luce non solo il lato umano del calcio, ma anche quanto sia importante la gestione mentale negli sportivi di alto livello.
In definitiva, la testimonianza dell’ex capitano invita a un rispetto maggiore verso chi lotta ogni giorno contro un nemico invisibile che è l’infortunio, una condizione che può mettere in ginocchio anche i più forti.