Lobotka si confessa: leadership silenziosa e sogni europei #Napoli #Champions #SerieA
Stanislav Lobotka, il centrocampista del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport dove ha toccato vari temi, senza peli sulla lingua. Con un approccio schietto, quasi indifferente alle chiacchiere da spogliatoio, ha iniziato parlando del suo ruolo di leader, preferendo fatti concreti alle pose da star. “Non sono il tipo che sente di dover mostrare di essere un leader. Penso sia importante che ogni giocatore che ha modo di scendere in campo mostri senso di responsabilità. Non mostro il carattere fuori dal campo o durante le conferenze stampa, non sono quel genere di calciatore. Preferisco mostrare la mia leadership in allenamento o durante le partite, dando sempre il 100%.”
Quando gli hanno chiesto della sua visione su De Bruyne, Lobotka non si è perso in complimenti mielosi, trattando la cosa con il realismo di chi pensa prima al pallone che alle star. “A essere onesti, non ci penso molto in campo. Se passo il pallone a De Bruyne o a un altro, poco cambia; l’importante è trovare la soluzione giusta. Poi è chiaro che è molto semplice giocare con un calciatore come lui. Sappiamo quanto è forte, quanti trofei ha vinto in carriera, quanti gol ha segnato e quanti assist ha servito: è un giocatore importante, come tanti altri in questa rosa. Con lui sappiamo di poter fare un altro passo verso l’alto.”
Sul possibile centrocampo dei sogni con Anguissa, De Bruyne e McTominay, come suggerito dall’allenatore, Lobotka ha smontato l’eccitazione con una dose di cinismo da vecchio lupo, ricordando che il calcio è una faccenda di squadra, non di nomi altisonanti. “Sì, è vero, il mister ne ha parlato. Ma a calcio si gioca sempre e comunque in 11. Non importa se giocherò io o un altro; ciò che conta è essere una squadra, mostrare il nostro stile di gioco e assumerci le nostre responsabilità. Solo così potremo avere successo.”
In Serie A, l’arrivo di un veterano come Modric ha stuzzicato Lobotka, che non ha nascosto un misto di ammirazione e quel tocco di sana competizione, senza fingere riverenza esagerata. “Non sarà più giovanissimo, ma rimane un modello per il ruolo. Se sarà emozionante giocarci contro? Assolutamente, Modric è un giocatore meraviglioso e uno dei miei preferiti in assoluto. Guardavo sempre le sue partite al Real Madrid. Sarà un piacere giocarci contro di nuovo e vedere il suo stile dal campo. Sono molto felice che sia arrivato in Serie A.”
Sullo Scudetto, il centrocampista ha evitato di gasarsi troppo, con un pragmatismo quasi irritante per i tifosi, focalizzandosi sul presente senza promesse da bar. “Non ci sto ancora pensando. Siamo ancora nella fase della preparazione, abbiamo ancora del lavoro da fare. Vedremo al calcio d’inizio della prima partita della stagione. Ma credo che non dobbiamo tanto pensare a difendere lo scudetto, quanto a come fare per vincerne un altro.”
Infine, sulla Champions League, Lobotka non ha nascosto la nostalgia, con un entusiasmo genuino ma senza fronzoli, ammettendo che è la competizione che conta davvero per chi gioca a pallone. “Mi è mancata moltissimo. Ogni giocatore, ogni squadra, sogna la Champions League. Sono contento anche che avremo modo di giocare più partite rispetto a due anni fa con il nuovo format. È una competizione speciale e penso che ogni tifoso voglia vederci partecipare ogni stagione. Faremo del nostro meglio per andare il più lontano possibile.”
In sintesi, Lobotka emerge come un tipo senza troppi giri di parole, concentrato sui fatti piuttosto che sulle luci della ribalta, in un mondo del calcio sempre più pieno di chiacchiere inutili.
