La Lazio presenta il nuovo allenatore e il presidente non le manda a dire sul caos mercato #Lazio #SerieA #CalcioItaliano
La presentazione del nuovo allenatore della Lazio ha visto il presidente Claudio Lotito fare il pieno di parole, con un tono diretto e senza troppi giri di parole, come se il mondo del calcio fosse un gran casino da sistemare. Al suo fianco, l’ex allenatore di un’altra squadra ha assistito mentre Lotito spiegava le dinamiche che hanno portato a questo ritorno, chiamandolo una scelta di cuore e razionalità, ma con quel tocco di ipocrisia tipica del pallone.
Queste le prime parole del numero uno biancoceleste: “Penso che la prima parte dell’avventura con Sarri non si sia mai interrotta. C’è stato un temporaneo avvicendamento per motivi purtroppo familiari per il mister, indipendentemente dalla volontà del sottoscritto e del mister stesso. Ha fatto una scelta che abbiamo accettato, ci siamo lasciati con un arrivederci perché era una scelta non voluta dalla società ma dettata da una situazione che abbiamo compreso e fosse meglio proseguisse in un momento successivo. La scelta di Sarri è una scelta razionale e di affetto, una scelta di cuore per un uomo che ha dato tanto al calcio e che può dare ancora tanto a questa Lazio. É un maestro di calcio e può insegnare tanto ai giocatori che abbiamo. Dipenderà da noi non deludere i tifosi e confermare le aspettative, la società sta mettendo in campo tutto quello che può mettere in campo. Siamo abituati ad accettare le decisioni anche se non le condividiamo, sia dal punto di vista del diritto che della legittimità. Si deve fare di necessità virtù, sicuramente per la gente comune non fare mercato può essere uno svantaggio, ma può diventare un vantaggio cementando un gruppo che vuole mostrare le sue qualità. Il maestro Sarri potrà tirare fuori il massimo da loro, in passato durante la stagione precedente questo non è avvenuto, come dimostra il risultato finale. Mi auguro che i giovani possano capire l’importanza di questo momento particolare per assumersi ulteriori responsabilità. In questi primi giorni di ritiro c’è stata grande disponibilità, bisognerà poi vedere se questa macchina potrà andare a 200 all’ora”.
Quando gli è stato chiesto se il blocco del mercato ha rivisto gli obiettivi, Lotito non si è risparmiato, sparando a zero su come le cose siano andate storte, con un misto di realismo grezzo e autocompiacimento. “Non ci siamo mai prefissati obiettivi, abbiamo pensato di aver costruito in passato una squadra che potesse competere. Lo abbiamo dimostrato in Italia e in Europa nella prima parte di stagione, perdendo nella seconda parte di stagione punti con squadre inferiori specialmente in casa. È venuto meno lo spirito battagliero, ieri un giocatore mi ha fatto sorridere perché riteniamo che possa esprimere buone potenzialità e ci ha chiesto di fare una foto solo se ci fosse stato anche il mister. Questo dimostra la riconoscibilità dell’allenatore, che può essere un valore aggiunto importante. Non pensavamo di avere il mercato bloccato, pensavamo che Sarri fosse l’allenatore migliore per la Lazio a prescindere dal mercato, l’allenatore poi dovrà gestire bene il gruppo, valorizzando alcuni ragazzi e riducendo una rosa extra large. La società farà tutto il possibile per aiutare l’allenatore nel lavoro, abbiamo scelto di fare il ritiro qui a Formello perché ci sono tutte le strutture idonee per lavorare al meglio. Poi dipenderà dai giocatori che dovranno mettersi a disposizione e recepire tutti i dettami dell’allenatore. Non c’è un problema di mercato, il valore aggiunto sarà l’allenatore che è un fuoriclasse”.
Sulle garanzie per il mercato a gennaio e le ragioni del blocco, il presidente è andato dritto al punto, definendo le regole del calcio come un’assurdità che solo gli idioti potrebbero inventare. “Chiariamo la situazione, penso di avere a che fare con persone che sanno leggere e scrivere. Il tema nasce da un fatto pratico, Lotito otto anni fa era consapevole nell’inserire l’indice di liquidità quando saltò il Parma durante la stagione. Questo indice serve a monitorare i ricavi e i costi a breve termine, ovvero in 12 mesi. L’indice all’epoca era 0,2 o 0,3, adesso è stato portato a 0,8 su un criterio per le aziende in crisi. Viene effettuata una fotografia alla società al 31 marzo, mentre invece al 30 giugno può avere ben altra situazione.
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Alla domanda se si senta di chiedere scusa ai tifosi, Lotito ha risposto da duro, senza rimorsi, criticando il sistema come se fosse colpa di tutti tranne che sua. “Io non devo chiedere scusa a nessuno. Sono anni che sto rinforzando la squadra, oggi c’è questo meccanismo e mi sono ritrovato a fare questa scelta di contrasto e di confronto serrato. Tutti hanno riso perché questo indice di stupidità non ha senso, la vera domanda è può fallire la società? No, se mi blocchi il mercato mi stai creando un danno. Questa maniera restrittiva crea un danno e non aiuta la società, se avessero mantenuto l’indice di liquidità con il parametro vendo a 100 e acquisto a 100 si sarebbe preservato l’indice patrimoniale della società. Vogliamo fare l’elenco delle società italiane e facciamo l’elenco dei debiti? Cosa ha fatto la Federazione per mantenere la correttezza del campionato? Io dico sempre che il pallone è per tutti e il calcio per pochi. Perché la Lazio ha vinto lo scorso anno con tutte le squadre più forti e ha perso con le più deboli, specialmente in casa? Non è legato al valore delle figurine dei calciatori, è legato alla capacità di mettere a sistema le potenzialità che hai. Puoi avere una squadra fortissima e non concretizzare il risultato”.
Infine, sulle offerte per la Lazio, Lotito ha negato tutto con rabbia, denunciando le voci come bugie da quattro soldi che meritano una bella querela. “È totalmente falso, si configura il reato di aggiotaggio e quindi ho sporto denuncia alla Procura della Repubblica. Sono notizie totalmente infondate, sono solo fantasie di qualche soggetto che ha interesse a strumentalizzare e creare problemi al sottoscritto. Se ne stanno occupando le istituzioni, che sia chiaro: non consentirò a nessuno di utilizzare mezzi impropri per creare problemi alla società”. In tutto questo, tra accuse e difese, la Lazio si trova a navigare in acque turbolente, con un presidente che non ha peli sulla lingua e un allenatore che deve ora dimostrare di essere all’altezza, in un calcio che sembra sempre più un circo senza regole.

