Lukaku racconta: il Napoli tra arrivi stellati e rivincite epiche
Romelu Lukaku, il gigante belga che ha infiammato il San Paolo, si è aperto in una lunga chiacchierata con La Gazzetta dello Sport, e i tifosi del Napoli non possono che gongolare. Ma andiamo oltre le solite parole di circostanza: questo è il momento di analizzare come un arrivo come De Bruyne possa davvero cambiare le sorti della squadra, senza illudersi troppo.
Sul ruolo di Lukaku nell’innesto di De Bruyne, l’attaccante ha minimizzato con un “Pochissimo. Giusto due chiamate, molto semplici. Gli ho spiegato cosa significa giocare qui, che siamo una squadra che vuole migliorare e confermarsi per l’anno prossimo. Sarà una grande sfida ma a lui piacciono le sfide”. Bella storia, ma dai, è come se Maradona avesse detto di aver convinto Careca con una telefonata: in realtà, se De Bruyne arriva, è perché il Napoli sta finalmente diventando attraente, non solo per le chiacchiere al telefono.
Poi, parlando della “Napoli rivincita”, Lukaku ha confessato: “La gente aveva dei dubbi su di me, ma ero convinto che avremmo fatto qualcosa di speciale. È stato speciale il percorso. Abbiamo lottato fino all’ultimo secondo. Le ultime tre settimane sono state super stressanti, con emozioni positive e negative che si mischiavano, su e giù come sulle montagne russe. Per questo è stato più bello”. E qui, cari tifosi, non possiamo non sorridere: è la stessa rollercoaster che viviamo da anni, dai tempi di Higuain ai flop recenti, ma stavolta sembra che il belga abbia colto l’essenza partenopea, quella lotta until the end che ci rende unici rispetto a squadre come la Juventus, sempre più calcolatrice.
Insomma, Lukaku non sta solo vendendo sogni, ma ci ricorda quanto il Napoli possa essere un’incubatrice di sfide: paragonandolo al Milan degli anni ’90, dove i grandi si sfidavano a vicenda, potremmo finalmente vedere un centrocampo che non trema. Critica? Beh, se due chiamate bastano per un campione, magari dovremmo smetterla di idolatrare i trasferimenti e concentrarci sul campo, prima che finisca in una bolla di entusiasmo eccessivo.
E voi, appassionati azzurri, cosa ne pensate? È l’inizio di una nuova era o solo un fuoco di paglia? Dite la vostra, perché nel Napoli non c’è spazio per i tiepidi.