Il campionato italiano sotto la lente di un ex tecnico, tra critiche pungenti e analisi schiette #SerieA #Calcio #CampionatoItaliano
L’ex allenatore di Bologna e Juventus non ha perso occasione per mettere il dito nella piaga del calcio italiano, offrendo un’analisi che più diretta non si può. Ai microfoni di Radio Radio 1, ha esordito senza peli sulla lingua: "Il campionato italiano è diventato prevedibile e poco emozionante".
Nel suo intervento ha sottolineato come negli ultimi anni la Serie A abbia perso quella verve che la caratterizzava, additata come troppo statica e incapace di sorprendere. L’ex tecnico ha affondato dicendo che "la qualità in campo è calata, e questo non può non riflettersi sugli spettatori e sul seguito mediatico".
Non sono mancate le frecciate alle squadre più blasonate, spesso immobile nei propri schemi e incapaci di innovare: "Le grandi squadre sembrano più preoccupate a non perdere che a creare qualcosa di realmente valido. Il calcio è cambiato, ma loro sembrano rimasti fermi agli anni ’90".
Il discorso si è poi spostato sui giovani, con l’allenatore che ha espresso scetticismo sulla reale crescita delle nuove leve: "Molti talenti vengono bruciati presto o non adeguatamente valorizzati. Serve una rivoluzione culturale se vogliamo tornare a competere ad alti livelli".
Dichiarazioni che non lasciano spazio a interpretazioni di circostanza, raccontando un quadro impietoso della situazione attuale nel massimo campionato italiano.