Mancini rompe il silenzio: la verità su Nazionale e oriundi che nessuno voleva sentire. Tra sogni infranti e realtà scomode, il ct racconta tutto senza peli sulla lingua #Calcio #Italia
L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana, Roberto Mancini, non le manda certo a dire quando si tratta di fare il punto sulla sua esperienza azzurra e sull’influenza degli oriundi nelle convocazioni. Il tecnico ha affrontato con schiettezza un tema che da sempre divide tifosi e addetti ai lavori.
Il ct ha rievocato i momenti di gloria ma anche le difficoltà vissute in azzurro, sottolineando come “la gestione della Nazionale non è mai semplice, soprattutto quando si devono prendere decisioni scomode”. Quando si parla di oriundi, poi, il discorso si fa ancora più spinoso. Maradona Junior segue le orme del padre: annuncio ufficiale per la nuova sfida calcistica
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Sulle critiche legate alla scelta di inserire giocatori non nati in Italia nel gruppo azzurro, Mancini ha spiegato che “convocare chi porta qualità e voglia di combattere per il tricolore è fondamentale, a prescindere dalla carta d’identità”. Un approccio che ha alimentato dibattiti a non finire, ma che da un certo punto di vista ha portato nuova linfa alla selezione.
Non sono mancati i momenti di tensione e qualche screzio, ma l’ex allenatore ha difeso a spada tratta le sue scelte, convinto che “a volte bisogna guardare oltre il passaporto e puntare su chi può fare la differenza sul campo”. E se qualcuno ha storto il naso, pazienza.
Insomma, il racconto di Mancini non è solo quello di un tecnico alle prese con il difficile ruolo di guidare la Nazionale, ma anche di un uomo che ha provato a innovare e a sovvertire certe tradizioni, rischiando e mettendosi in gioco fino all’ultimo minuto.