giovedì, Luglio 24, 2025

Marianucci al Napoli: “Onore immenso, voglio il mio spazio”, ma è solo un altro slogan?

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La notizia in breve

  • Luca Marianucci, nuovo difensore del Napoli, esprime entusiasmo per l'inserimento tra i top player e sogna di avere un ruolo importante.
  • Riconosce le sfide per i giovani italiani in Serie A, promettendo di lavorare duramente per ritagliarsi uno spazio e dimostrare il suo valore.

Luca Marianucci si presenta al Napoli: dal sogno di provincia ai campioni del calcio! #Napoli #SerieA #DifensoriItaliani

Nell’ottavo giorno del ritiro estivo del Napoli a Dimaro, il difensore Luca Marianucci ha affrontato la stampa per la prima volta. Venuto da una squadra modesta come l’Empoli, il ragazzo non si è risparmiato nelle risposte, mostrando un entusiasmo quasi naïf di fronte a tanto blasone. Con un tono diretto e un po’ spavaldo, ha parlato dei primi giorni al club, noncurante del gap che divide i pesci piccoli dai pesci grossi in Serie A.

Durante la conferenza, Marianucci ha risposto a domande sulla sua integrazione con i top player. A chi gli chiedeva dei primi giorni al Napoli circondato da stelle, ha dichiarato: “Sono momenti di gioia. Allenarsi con giocatori del calibro di De Bruyne, Rrahmani, Buongiorno, non è da tutti. Subito mi sono inserito bene a livello umano, sono tutte brave persone oltre che grandi calciatori e su questo punto di vista so che andrà benissimo”. Insomma, il tizio arriva dalla periferia e già si sente a casa tra i fenomeni – un po’ di sana illusione non guasta.

Sul tema della concorrenza con gli stranieri, specialmente per i giovani italiani, Marianucci non ha evitato il discorso spinoso. Ha ammesso: “Io penso che sia sempre difficile, che tu sia italiano o che tu venga dall’estero. L’importante è lavorare giorno per giorno per ritagliarsi uno spazio in mezzo a tanti campioni”. Beh, bravo, come se non sapessimo che per un italiano emergere in mezzo a tanti stranieri è un casino, ma lui lo dice con quel tipico ottimismo da provinciale che quasi fa sorridere.

Parlando della sua carriera e delle ambizioni Champions, il difensore ha evocato il suo idolo Di Lorenzo, anch’esso ex Empoli. Ha confessato: “E’ un sogno che si avvera, fin da bambino speravo di giocare in una delle più forti d’Italia e ci sono riuscito. Speriamo di ritagliarmi uno spazio, ma è secondario, già essere qui è un onore immenso”. Ah, i sogni d’infanzia – carini, ma ora deve sudare per non finire in panchina tra tanti altri con pedigree più scintillante.

Marianucci ha anche toccato il tasto dei suoi ex allenatori, mostrando gratitudine ma con un velo di pragmatismo. Riguardo a D’Aversa e le prime impressioni su Conte, ha detto: “Ho sentito D’Aversa poco tempo fa per ringraziarlo per ciò che aveva fatto per me, è un grandissimo allenatore oltre che una grande persona. Grazie a lui ho esordito ed ho avuto i primi minuti in Serie A. Su Conte, lo sto assaporando per bene in questi giorni ma tutto il lavoro ce lo troveremo più avanti per le grandi partite che arriveranno”. Ecco, un bel inchino al passato, ma ora deve impressionare il nuovo boss o rischia di essere solo un nome in rosa.

Sul tema della nuova generazione di difensori italiani, come lui, Coppola e Leoni, Marianucci è rimasto coi piedi per terra: “Non lo so, penso a me, a ciò che ho fatto e quello che dovrò fare. Il cammino è lungo, è iniziato adesso. Continuo con la testa sulle spalle”. Niente fanfare, solo un ragazzo che evita di vantarsi, anche se in Italia si parla tanto di rilanciare i nostri – chissà se durerà.

La trattativa con il Napoli lo ha colto di sorpresa, e ha spiegato come l’ha gestita: “La chiamata mi ha un po’ spiazzata, sinceramente, ma ho pensato a continuare con la mia squadra, ex squadra, per raggiungere l’obiettivo che non abbiamo poi ottenuto purtroppo. La felicità era tantissimo, poi anche quando sono venuto a giocare a Napoli, è stato pazzesco vivere lo stadio, i tifosi, bellissimo”. Tipico di chi viene da una realtà minore: eccitato dall’atmosfera, ma deve dimostrare di non essere solo un turista.

Sulle sfide per chi arriva dalle provinciali, ha ammesso: “Lo scalino più alto l’ho già fatto, arrivare qui, ora devo ambientarmi, essere nei ritmi della squadra e prendere confidenza con i compagni. Il calcio è il calcio, sì ci sono obiettivi diversi ma mi sento pronto per affrontarli”. Pronto? Vedremo, perché passare da Empoli a qui è come scalare l’Everest con le flip-flop.

Riguardo al suo ruolo in costruzione, Marianucci ha rivelato: “Mi piace molto giocare con la palla, anche se sono un difensore centrale, ho avuto sprazzi da mediano, ma mi piace fraseggiare e costruire con gli altri reparti, me l’ha chiesto il mister e mi torna facile farlo”. Un difensore che ama la palla? Che originalità, ma almeno non è solo un muro.

Su chi potrebbe essere il compagno ideale, è stato cauto: “Sono stato molto al fianco di Juan Jesus, ma non so con chi posso trovarmi meglio, poi giocherò con tutti ed a quel punto potrò saperlo maggiormente”. Nessuna preferenza, solo professionismo – o forse sta giocando al sicuro.

Chiedendogli cosa ha visto lo staff del Napoli in lui, Marianucci ha risposto: “Secondo me sono uno che non molla mai, se perdiamo sono il primo ad arrabbiarmi, forse questo ha suscitato più interesse, poi le mie doti da difensore anche in impostazione”. Arrabbiarsi? Potrebbe essere utile, in una squadra piena di divi.

Infine, sul suo ruolo da quinto difensore e gli obiettivi personali: “Per ora sarò il quinto, ma il mio obiettivo è ritagliarmi uno spazio perché le partite saranno tante. L’arma migliore è il duro lavoro quotidiano e punterò su questo”. E per concludere, sul suo compleanno: “Ieri è stato uno dei compleanni più belli della mia vita, anche se ero a fare i blocchi di corsa ero con i miei nuovi compagni, grandi calciatori, non potevo chiedere di meglio. Il sogno è raggiungere obiettivi ancora più grandi”.

Marianucci emerge come un difensore ambizioso, con la testa giusta per il grande calcio, anche se dal suo angolo di provincia deve ancora dimostrare di poter reggere il passo. Con il Napoli che mira in alto, lui sarà un nome da tenere d’occhio – o da relegare in campo, a seconda di come va.

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