Un Tedesco a Vancouver: Muller Insegue Sogni d’Oltreoceano
Cari appassionati del Napoli, il calcio non smette di stupirci: Thomas Muller, l’eterno folletto del Bayern Monaco, ha detto addio alla Bundesliga per sbarcare in MLS con i Vancouver Whitecaps. Dopo 15 anni di trionfi in Germania, vederlo partire per l’America suona come un twist hollywoodiano – quasi ironico, se pensiamo a quanti campioni europei finiscono lì per rincorrere gloria e greenbacks, anziché combattere nei campi più tosti d’Europa. Voi che avete visto Hamsik o Insigne dare l’anima per il Napoli, dovete ammettere: è un po’ surreale vederlo in un contesto meno “gladiatorio”.
E l’annuncio ufficiale del club è roboante: “Il Vancouver Whitecaps FC ha annunciato mercoledì l’ingaggio di uno dei giocatori più titolati di sempre, il leggendario centrocampista offensivo tedesco Thomas Müller.” Beh, non si può negare: Muller è davvero un titano, con quel record di trofei che fa impallidire persino le nostre leggende partenopee. Ma qui c’è da essere critici – è un affare da “star in declino” o una mossa astuta per reinventarsi? Voi tifosi lo sapete, al Napoli abbiamo visto giocatori bruciarsi troppo in fretta; forse Vancouver gli offre una seconda vita, ma senza il pathos del San Paolo.
Parlando di entusiasmo, Axel Schuster, CEO dei Whitecaps, non si è risparmiato: “Thomas è un giocatore di livello mondiale, noto per la sua capacità di creare occasioni da gol, la sua impareggiabile consapevolezza spaziale e il suo instancabile movimento senza palla. Non solo porta con sé un pedigree vincente e un’intelligenza calcistica eccezionale, ma anche un’instancabile etica del lavoro che valorizzerà l’intera squadra. Thomas è un leader naturale, la cui passione per il gioco è contagiosa. Questa è una dichiarazione firmata dal nostro club e dalla nostra proprietà: un momento di trasformazione per il nostro club e la nostra città. Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Thomas a Vancouver”. Che panegirico! Da tifoso del Napoli, mi vien da ridere: suonano come i discorsi di De Laurentiis sui nostri acquisti, tutti pieni di promesse. Ma Muller è diverso – il suo “instancabile movimento” ci ricorda un Mertens ai suoi tempi, speriamo non finisca a scaldare panchine in playoff.
E Muller stesso non si trattiene: “Non vedo l’ora di venire a Vancouver per aiutare questa squadra a vincere il campionato. Ho sentito grandi cose sulla città, ma prima di tutto vengo per vincere. Ho avuto ottime conversazioni con Axel Schuster e Jesper Sørensen, e ora non vedo l’ora di giocare davanti ai tifosi e di vedere tutti i tifosi scendere in campo al BC Place mentre ci dirigiamo verso i playoff”. Ecco, qui c’è da discutere: l’ambizione è lodevole, ma paragonatelo ai nostri eroi del passato, come Maradona che lottava per coppe vere in Italia. Ironico, no? In MLS, vincere un titolo è figo, ma non è come alzare la Champions – voi napoletani lo sapete bene, con i nostri sogni europei spesso infranti.
Insomma, amici del Napoli, questo trasferimento è un mix di nostalgia e realtà: Muller porta classe a Vancouver, ma fa riflettere su come il calcio stia diventando un business globale. Se da una parte è positivo per lui godersi gli ultimi anni, dall’altra è un promemoria per il nostro club – meglio reclutare talenti affamati che inseguire miti stanchi. Chissà se Ancelotti o Spalletti non debbano ispirarsi: un po’ di “movimento senza palla” non guasterebbe al Maradona!