TiRotturoLeGambe: quando gli infortuni trasformano la panchina in un campo di battaglia, Torino e Napoli ne sanno qualcosa
È un momento nero per le difese di Torino e Napoli, entrambi alle prese con guai muscolari che rischiano di complicare ulteriormente una stagione già non facile. Alessandro Buongiorno è il caso più recente: "problema muscolare all’adduttore della gamba destra". Tradotto: il centrale è out almeno fino a fine febbraio, costringendo la squadra a reinventarsi dietro senza uno dei suoi pilastri.
Ma non finisce qui. Napoli, da par suo, si ritrova senza Stanislav Lobotka, colpito da un "problema al muscolo ileopsoas della coscia destra". Lo slovacco, il cui rientro è previsto nella prima settimana di marzo, non potrà dare il suo consueto apporto in mezzo al campo, aggravando i problemi di un reparto già falcidiato da diverse assenze.
La mancanza di Buongiorno e Lobotka impone scelte di forza alle rispettive panchine: chi ha i piedi buoni deve farsi trovare pronto, tra sostituti non sempre all’altezza e soluzioni d’emergenza che spesso puzzano di ravanata. La situazione è sbilanciata e non si può negare che le squadre ora rischiano di pagare un pedaggio salato sul piano della qualità e della compattezza.
Infortuni muscolari e lunga recupero: un copione che si ripete e che mette a dura prova la pazienza dei tifosi. Nel calcio di oggi, fatto di ritmi elevati e preparazioni scientifiche, la resistenza del fisico diventa un tallone d’Achille. E a pagare sono sempre i giocatori e i club, costretti a correre ai ripari con soluzioni di emergenza mentre il calendario non aspetta.
Un copione scomodo, che costringe a fare i conti con la dura realtà: quando i titolari saltano, la qualità dietro spesso fa acqua da tutte le parti. Ora più che mai tocca a chi scende in campo dimostrare di poter resistere al fuoco nemico senza fare figure. Nel frattempo, squadre e appassionati sperano che i tempi di recupero siano più rapidi del previsto, anche se la logica vuole il contrario.