Napoli ha un notevole seguito anche al di fuori della Campania. Giuliano Pavone è un scrittore originario di Taranto, appassionato della città partenopea.
Giuliano Pavone è uno scrittore originario di Taranto, ma attualmente risiede a Milano. Lui ha un attaccamento ossessivo e straordinario nei confronti del calcio azzurro. Il suo ultimo libro, intitolato “Mi sono innamorato di te”, verrà presentato il 5 ottobre durante l’evento Campania Libri. Il libro esplora la vittoria dello scudetto del Napoli dal punto di vista unico di un tifoso che non è nato a Napoli. L’autore esplora il tifo come una storia d’amore che va oltre il semplice calcio.
Sei pugliese, ma sostieni il Napoli. Come nasce la tua passione nel calcio?
“È importante sottolineare che ho cominciato a tifare per il Napoli prima che arrivasse Maradona, quindi ero un caso raro! Ai tempi, in Puglia, tutti tifavano per Juve, Inter e Milan. Credo che sia la squadra del cuore a sceglierti e non il contrario. La mia simpatia per il Napoli è nata semplicemente dalla mia affinità con la cultura napoletana e con una squadra che indossa una maglia azzurra e ha un ciuccio come simbolo! Gli altri erano attratti dalle squadre più forti e prestigiose, io invece cercavo la simpatia. La mia passione si è consolidata con il primo campionato che ho seguito regolarmente, quella del 1980-81: una stagione notevole che ricordo ancora molto bene”.
La seconda domanda è correlata alla precedente. La tua Taranto può essere considerata una “seconda Napoli”? Molti tarantini amano la città partenopea forse più dei napoletani stessi
“Napoli e Taranto sono diverse tra di loro, ma hanno una cosa in comune: entrambe si distinguono nettamente da tutto ciò che le circonda. Napoli è un mondo a parte, che ha poco a che fare sia con il resto della Campania sia con il Sud in generale. Taranto è molto diversa dall’immaginario pugliese che si è sviluppato negli ultimi anni e ha pochi legami con la sua provincia (dove, tra l’altro, si parla un dialetto molto diverso rispetto a quello della città principale). Da un punto di vista calcistico, Napoli e Taranto condividono anche l’antipatia e la rivalità nei confronti di alcune piazze del Sud”.
Come è nata l’idea di pubblicare un libro sul Napoli?
“Non è il mio primo libro sul Napoli: ne ho scritto uno sul primo scudetto (“‘Na sera ‘e maggio”, sempre con Edizioni Graf) e uno antologico (“Tutti gli uomini che hanno reso grande la SSC Napoli”, Castelvecchi Ultra). Nel caso di “M’innamorai di te”, è stato un gesto d’amore che l’editore Luciano Chirico e io abbiamo deciso di compiere, per omaggiare la meravigliosa stagione del Napoli e per fare qualcosa di bello per la città (i proventi finanzieranno un progetto di calcio popolare). Abbiamo pensato che invece di fare un semplice resoconto del campionato, fosse più interessante una narrazione emotiva dei giorni cruciali per la conquista matematica dello scudetto, affiancata da riflessioni più ampie sul significato del tifo e della cultura napoletana”.
Qual è il tuo giudizio su Rudi Garcia?
“Anche prima delle vittorie contro Udinese e Lecce, che hanno in parte rasserenato l’ambiente, ho trovato ingiuste e affrettate le critiche che gli sono state rivolte. Era prevedibile che ci sarebbero state alcune difficoltà iniziali. Inoltre, mi sembra che le partite in cui si è discostato maggiormente dal gioco dell’anno precedente siano state proprio le prime due (che abbiamo vinto), mentre da quel momento in poi la squadra ha recitato (a volte bene, altre no…) più o meno lo stesso copione”.
Fino a che punto può arrivare il Napoli in questa stagione? La Champions League può essere un obiettivo?
“Vincere la Champions League o raggiungere la finale è molto difficile. Ma se devo fare una previsione, direi che rispetto all’anno scorso andremo un po’ peggio in campionato e un po’ meglio in coppa”.
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