mercoledì, Dicembre 3, 2025

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Napoli sfoggia un 4-3-3 innovativo con KDB in attacco, ma la vittoria 2-0 contro l’Olympiacos resta fin troppo prevedibile per una squadra dal potenziale inesauribile

Napoli doma l’Olympiacos: un test estivo che profuma di scudetto in arrivo

Il Napoli di Conte ha chiuso il ritiro con una vittoria convincente contro l’Olympiacos, un 2-0 che sa di promesse mantenute.
In un Patini gremito di tifosi affamati di calcio vero, gli azzurri hanno mostrato personalità, soprattutto nei primi 45′, prima che la stanchezza e qualche infortunio rovinassero la festa.
“16′ – POLITANO! NAPOLI IN VANTAGGIO! Grande gol di Politano che rientra da destra e col mancino trova l’angolo lontano”, un lampo di genio che ricorda i colpi di tacco di Higuain ai suoi tempi, ma con la concretezza che Conte pretende.

Peccato per il secondo tempo, dove l’Olympiacos ha randellato come una banda di gladiatori greci, spezzettando il gioco con falli che meritavano più cartellini.
“29′ – PROBLEMI PER LUKAKU! Recupero palla del belga che poi prova il tiro ed in quel momento si accascia toccandosi il polpaccio”, un infortunio che fa incavolare i tifosi: quanti altri stopperemo per un belga che sembra più fragile di un biscotto?

Al raddoppio di Lucca al 52′, con quella azione fluida da manuale Conte, ho pensato ai tempi di Sarri: qui non è più il catenaccio, è pressing alto e transitoni letali.
L’Olympiacos, con acquisti come Strefezza, ha provato a rognare, ma contro un Napoli così organizzato, sono sembrati la solita terza fascia della Champions, più chiacchiere che fatti.
KDB è stato una stella, ma se non lo gestiamo meglio, finirà come con certi fenomeni passati: brillanti in amichevole e evanescenti nei big match.

Insomma, ai veri tifosi dico: godetevi questo Napoli, ma occhio al Sassuolo, dove servirà meno poesia e più morsi.
Se l’Olympiacos è stato un buon test, il campionato sarà una guerra: Conte ha le armi, ma guai a sottovalutare i soliti trabocchetti.

Note finali: riflessioni da un estate di fuoco

Questo Napoli non è più quello di Ancelotti, che si perdeva in sogni europei; è una macchina affamata, pronta a dominare come ai tempi di Maradona.
Critica? Sì, perché con Lukaku in infermeria, rischiamo di ripiombare nei drammi di Osimhen l’anno scorso.
Ironico, poi, vedere Karembeu blaterare di calcio “grande” pre-partita: “Abbiamo discusso del nostro periodo quando giocavamo e il calcio era grande”, come se oggi non fosse solo affari e ingaggi da nababbi.
Forza Napoli, il vero spettacolo inizia tra poco: non deludeteci, o saremo noi a urlare allo scandalo.