#DASPOmassacro: Napoli colpisce duro contro i suoi teppisti ultra, dopo il caos pre-partita con lo Sporting
In una mossa che fa tremare le gradinate, il Questore di Napoli ha affibbiato 7 DASPO a una banda di scalmanati locali, tutti tra i 17 e i 42 anni, rei di aver trasformato il pre-partita di Champions League in un ring di strada. Questi furboni, tutti napoletani, si sono scatenati nell’area tra via Melisurgo e piazza Francese, scatenando disordini con la tifoseria ospite prima del match contro lo Sporting Lisbona del 1° ottobre.
Tra i casi più sfacciati, un 32enne si è beccato un DASPO da 6 anni: lo hanno pizzicato sul luogo degli scontri, nonostante già avesse un divieto simile di 3 anni alle spalle. Insomma, un recidivo che non impara la lezione, o forse gli piace proprio sfidare la sorte. Milan, difesa in tilt prima della Juventus: un titolare out e l’altro in bilico
Condò non le manda a dire: Hojlund è il doppio di Haaland! KDB è un genio, ma senza una punta che comanda i passaggi…
Fares, l’eterno esubero della Lazio, sposa gli Emirati: Napoli ci ripensa?
Champions League: Squadra della settimana Uefa, un azzurro si fa notare tra le stelle europee
Altri tre baldi giovani – di 20, 23 e 30 anni – hanno ricevuto un DASPO di 4 anni ciascuno per aver aggredito un tifoso avversario con una cinta in cuoio e grossa fibbia, e per giunta erano armati di due grossi petardi e un fumogeno. Roba da far invidia a un arsenale improvvisato, roba che fa capire quanto possano essere creativi questi appassionati.
Poi, due provvedimenti da 4 anni sono piovuti su un 17enne e un 23enne, beccati vicino agli scontri con i volti coperti, a bordo di scooter con targhe nascoste e cinture con fibbie in metallo occultate tra le gambe. Un quadro da film d’azione, ma con finale amaro per loro.
Infine, un 42enne ha collezionato un DASPO di 4 anni per essere stato avvistato nei dintorni degli scontri, vestito come un tipico ultras napoletano, con il volto travisato e guanti. Un look che, evidentemente, non gli ha portato fortuna stavolta. Con questi colpi, le autorità mandano un messaggio chiaro: il calcio è passione, non guerriglia.