L’ultimo test estivo del Napoli: un’amichevole che fa riflettere sui limiti azzurri
L’amichevole contro l’Olympiacos al Patini di Castel di Sangro ha chiuso il ritiro estivo dei Campioni d’Italia, ma non senza qualche grattacapo tattico evidente. “INIZIATA LA GARA! Napoli con la nuova maglia Cafè, la terza, Olympiacos con la classica e storica divisa bianco-rossa”, come riportato dal live, ha segnato l’inizio di un match che ha evidenziato quanto manchi creatività sulle fasce per un Napoli che aspira al dominio.
Senza un esterno puro a sinistra, gli azzurri hanno faticato a creare ampiezza, finendo imbrigliati nei duelli centrali contro una squadra greca solida e rognosa, come da tradizione. È una scelta di Conte che sa di rischio: rinforzare il centrocampo con i Fab Four è intrigante, ma contro avversari tosti come l’Olympiacos, ricorda i vecchi errori partenopei, quando il gioco si impantanava senza velocità ai lati – pensate al Napoli pre-insigne.
“Magia di De Bruyne! Fa passare il pallone dove non c’è spazio, Lukaku apre per Politano che però apre troppo e manda a lato”, un momento che ha illuminato la gara, ma anche sottolineato le nostre fragilità.
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Certo, l’Olympiacos non è il Sassuolo, ma questa gara spezzettata e dura – con entrate come quella di Hezze su Politano – ci ricorda che il calcio non è solo talento, ma anche furbizia. Il Napoli deve imparare da club come il Milan di un tempo, che mixava grinta e flair senza perdersi in esperimenti tattici: qui, il 4-4-2 di Conte rischia di essere un’arma a doppio taglio se non affiniamo le catene laterali.
Insomma, tifosi veri, questo test è stato un campanello d’allarme: belli i Fab Four, ma senza esterni veri, potremmo pagar dazio in Champions. Ora testa al campionato, sperando che Conte non ci faccia pentire di queste prove generiche – altrimenti, sarà un’altra stagione di illusioni e bestemmie allo stadio.