Massimo Orlando non le manda a dire sul calcio italiano #Roma #Fiorentina #Inter #SerieA #Calcio
Nell’ultima puntata di Maracanà su TMW Radio, l’ex calciatore Massimo Orlando ha sparato a zero su vari temi del calcio italiano, senza peli sulla lingua e con opinioni che farebbero arrossire i politically correct. Partendo dalla Roma e dalle dichiarazioni di Ranieri, Orlando non ci è andato leggero, criticando un’intervista che ha solo agitato le acque.
“Un’intervista che si poteva evitare, dire certe cose non ha senso. Ha creato solo un po’ di panico nei tifosi in un momento dove non c’è bisogno di parlare di mercato. Io avrei parlato di come è partita la squadra, di come l’allenatore nuovo sta dando una sua identità. Poi però è l’uomo della società e deve dire certe cose”.
Passando alla Fiorentina, Orlando si è chiesto se non fosse stato meglio tenere Adli, definendo la scelta di lasciarlo andare un vero azzardo, specialmente guardando al centrocampo attuale della squadra.
“Tutti pensavamo che Pioli ci puntasse, perché lo ha conosciuto. Lo scorso anno ha fatto bene, ha fatto qualche gol, poi è mancata continuità.
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Sul campionato di Serie A, l’ex giocatore ha indicato chi deve farsi avanti alla ripresa, con una critica diretta a Inter e Fiorentina, senza sconti per nessuno, incluso l’allenatore Chivu.
“Inter e Fiorentina. La Fiorentina perché ci sono delle aspettative, e se perdi col Napoli hai 2 punti in 3 partite. E poi l’Inter deve dare una risposta dopo il ko contro l’Udinese. Ora deve metterci qualcosa di suo anche Chivu, che è sotto esame anche lui”.
Infine, sulla polemica tra Corvino e Graziani riguardo ai giovani talenti italiani, Orlando ha liquidato la questione con un tocco di scetticismo, difendendo il potenziale del calcio nostrano in modo piuttosto schietto.
“Non siamo di fronte a una generazione come quelle del Duemila, ma non ci credo che non ci siano italiani forti da mettere nel Como, come dice Fabregas”. In un mondo del calcio dove tutti parlano di mercati e strategie, Orlando ricorda che a volte la verità è più brutale del politically correct, e il campo non mente.