La mamma di Marco Pantani ha parlato a Le Parisien: “Quando il Tour non lo ha voluto, è stato terribile. Non l’ha mai superata”.
Tonina Pantani, madre del leggendario Marco Pantani, ha rilasciato un’intervista toccante a Le Parisien in vista dell’inizio del Tour de France, che omaggerà il ciclista italiano con una tappa a Cesenatico. La sua testimonianza offre uno sguardo intenso e sincero su un campione che ha vissuto momenti di grande sofferenza.
La mancata partecipazione al Tour del 2003
Come reagì Marco quando il Tour de France decise di non invitarlo all’edizione 2003? “Era molto arrabbiato. Si sentiva come una persona ingiustamente accusata per tutta la vita. Marco mi guardò negli occhi e giurò di essere pulito, sostenendo che le accuse erano false. So che diceva la verità. Ha sofferto terribilmente per la reputazione che gli era stata data. Quando il Tour non lo ha voluto, è stato terribile. Non l’ha mai superata”.
Tonina continua a soffrire e a non accettare le voci sulla scomparsa di suo figlio: “Sto soffrendo e non riesco ancora ad accettare che la gente dica cose non vere sulla sua scomparsa. So che prendeva farmaci per la depressione, ma era proprio per andare avanti”.
Le ambizioni e le delusioni di Marco Pantani
Per andare avanti dove? “Voleva gareggiare altri due anni per dimostrare al mondo quanto fosse un grande campione. Ma molte cose gli sono scoppiate tra le mani. A cominciare dalla fidanzata che lo ha lasciato, facendolo anche soffrire. Lo ripeto, è stato terribile per lui che il Tour de France non lo abbia invitato. Eppure Marco ha salvato il Tour nel 1998, quando alcuni volevano fermarlo a causa della vicenda Festina. Fu lui, con le sue imprese, a salvare l’evento. E cinque anni dopo, il Tour lo ha umiliato”.
I dirigenti del Tour hanno deciso di rendere omaggio a Marco Pantani con la partenza della seconda tappa da Cesenatico. È questo il momento di perdonarlo? “Mi sono arrabbiata quando l’ho saputo. Mi dispiace, ma non perdonerò mai. Il dolore per aver rifiutato Marco non può essere cancellato con un tributo vent’anni dopo. Sarò alla partenza, ma non so se sarò lì a salutare i capi del Tour”.
Tonina Pantani conclude con una dichiarazione forte e struggente: “Mio figlio è stato ucciso! All’inizio dei suoi problemi, ha interferito con le scommesse sportive e per questo è stato costretto a lasciare il Giro nel 1999. Ma poi è stato perseguitato. So che la sua morte non è stata volontaria. Gli sono stati somministrati dei farmaci per ucciderlo”.
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