Paolo Paoletti ha preso la parola, dopo diversi mesi di silenzio, per fare il punto sulla squadra del Napoli campione d’Italia.
Il giornalista Paolo Paoletti ha pubblicato un post sulla sua bacheca dal titolo: “Serve educare i tifosi alla verità: a Garcia vanno dati i 100 giorni di lavoro, ma a Braga la partita è già decisiva. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Ecco quanto si legge: “Decido di tornare a scrivere dopo 5 mesi perché adotto il motto di Don Milani: I care! Importato dalla migliore gioventù americana degli ANNI CINQUANTA. Credo fermamente che il giornalismo sia una scuola e che i giornalisti abbiano una funzione educativa verso i lettori e tra colleghi. Inoltre, non è sufficiente che pochi ‘credano’, la diffusione dell’analfabetismo funzionale (condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, utilizzare e coinvolgersi in testi scritti per intervenire attivamente nella società, raggiungere i propri obiettivi e sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità. In breve, la mancanza di senso critico…) ci colloca al penultimo posto in Europa in questa devastante classifica (28% degli italiani), superati solo dalla Turchia, che ha un deficit riguardante uomini e donne tra i 16 e i 65 anni!”.
Poi ha aggiunto: “Un’altra triste consapevolezza riguarda la percentuale di analfabeti funzionali nei grandi comuni (con oltre 250.000 abitanti): Catania con l’8,4% è la città più analfabeta d’Italia, seguita da Palermo (7,4%), Bari (6,7%) e Napoli (6,2%). In Italia, infatti, il 39% delle persone non ha neanche il diploma di scuola media e il 4,6% è analfabeta. Quindi, il paese con la maggior percentuale di adulti in età lavorativa che possiede solo un diploma di scuola media: sono il 33% del totale, un record tra tutti i paesi OECD. Detto ciò, l’approfondimento del testo scritto, rispetto alla superficialità dei talk show televisivi, è uno strumento pedagogico indispensabile.”
“Cosa è successo durante i miei 5 mesi di silenzio? Gli eventi che mi hanno colpito sono stati, in ordine: la morte di Gianni Minà, con cui ho avuto il piacere di collaborare per 5 anni; quella di Peppino Gagliardi, una colonna sonora della mia adolescenza insieme al suo omologo caprese (Settembre, lanciata nel 1970); la finale di Champions League giocata dall’Inter; il terzo scudetto del Napoli; la separazione dei quadri dirigenziali del SSC Napoli con l’addio di Spalletti e Giuntoli. Un evento che, nella mia carriera (che inizia nel 1978), non si è mai verificato in una squadra vincente.”
Su tutto questo avrò modo di approfondire nei prossimi giorni.
Ora, poco prima di Braga-Napoli in Champions League, è importante mettere in chiaro alcune idee:
1. A Garcia vanno dati i 100 giorni di lavoro richiesti prima di emettere giudizi.
2. Le scelte del Napoli riflettono quelle di De Laurentis: non è necessario un direttore sportivo, chiunque può allenare la squadra, i contratti vanno rispettati ma coloro che non accettano i miei rinnovi (con una riduzione del 25%) possono smettere di giocare (come minaccia a Lozano).
3. I contratti che vengono rispettati non possono dare come risultato che Kvara sia il giocatore meno pagato della rosa (1 milione netti, secondo Calcio e Finanza). Solo Gollini (400.000 euro) e Zanoli (80.000) guadagnano meno. Ciò genera nervosismo e confusione evidente in campo.
4. Una squadra vincitrice dello scudetto non può pensare di ridurre i costi degli ingaggi senza che ciò incida sul campo. Nel 2022/23, il budget per gli ingaggi netti era di 45,6 milioni di euro, che arrivavano a 71,8 milioni al lordo. Quest’anno De Laurentiis pagherà 42,5 milioni netti, per un totale di 68 milioni lordi: riduzione di circa 3 milioni di costi annuali.
5. Chi vuole vincere di nuovo lo scudetto e fare meglio in Champions League, raggiungendo i quarti di finale, può contare su 4 difensori centrali come Ostigard, Juan Jesun, Rrahmani e Natan?
6. Tutto il team subisce un calo di tensione e determinazione, prima che difficoltà di natura tecnico-tattica. Certamente, in questo calo è coinvolto Garcia, ma anche i bambini sanno quanto sia importante avere un dirigente di grande fama e importanza che eviti frizioni imbarazzanti e controproducenti nello spogliatoio.
7. È urgente firmare il rinnovo con Osimhen e con Kvara per garantire il loro impegno, che influisce direttamente sul rendimento.
In Portogallo, tra qualche ora, la partita sarà già decisiva per la qualificazione agli ottavi. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”.