Calcio #VAR #TardiniGate Le polemiche non si placano: "Un episodio che ha creato confusione" dice Cesari, tra errori clamorosi e decisioni discutibili. Il direttore di gara nei guai? Ecco cosa non torna in quel Tardini infuocato.
Nella recente puntata di Pressing, l’ex arbitro Graziano Cesari ha messo a nudo senza peli sulla lingua l’episodio controverso che ha segnato il match del Tardini, lasciando intendere che il VAR non sia stato esattamente un faro di chiarezza.
Cesari ha sottolineato come, in quell’intricata situazione di gioco, "l’episodio ha creato parecchia confusione", evidenziando quel "momento di incertezza" che ha influenzato la direzione arbitrale, portando a una gestione non impeccabile.
Il giudizio dell’ex fischietto non risparmia critiche nemmeno sugli interventi tecnici che dovrebbero assicurare giustizia in campo: "Non è il VAR che decide, ma chi sta al monitor". Dunque, la colpa non è solo della tecnologia, ma della capacità umana di interpretare.
Inoltre, è emerso chiaramente il problema di comunicazione tra arbitri e addetti al replay, con Cesari che ha rimarcato il fatto che quella che doveva essere una salvaguardia del gioco si è trasformata in un “grottesco siparietto” che ha fatto perdere tempo e nervi a tutti.
Tra ironie amare e considerazioni critiche, l’ex arbitro ha invitato a riflettere sulla necessità di migliorare la formazione e la gestione degli episodi decisivi, piuttosto che affidarsi ciecamente a un sistema che, al momento, non garantisce la qualità sperata.
Il Tardini si conferma ancora una volta teatro di un dibattito arbitrale che continuerà a far discutere, con tifosi e addetti ai lavori ormai abituati a vicende che – volenti o nolenti – contribuiscono a infuocare le curve e a tenere acceso il fuoco delle polemiche.