Il Napoli, dopo l’ennesimo pareggio, continua a far discutere. Giuseppe Pastore non le manda a dire: “La grande squadra non è stata il Napoli, ma il Bologna che ha coraggio, intensità, sempre all’attacco, alla vittoria anche dopo l’1-1 superando l’ennesimo crash test.” Un’affermazione che colpisce, sottolineando come il vero peso del match sia stato portato dai rossoblu, mentre il Napoli si è limitato a gestire la partita.
Pastore non si ferma qui: “Il Napoli s’è accontentato, è crollato di nuovo nel secondo tempo come già accaduto recentemente. Non ha neanche l’alibi della stanchezza, ma forse è mentale e non fisica perché ha giocato meno di tutte.” I tifosi si aspettano qualcosa di più da una squadra che non sembra all’altezza delle aspettative. La questione mentale è centrale, un problema che riemerge con ripetitività e che fa nascere dubbi sulla tenuta psicologica del gruppo.
Senza peli sulla lingua, il giornalista analizza anche i cambi: “Poi i cambi Conte non li fa o li fa tardi, il terzo cambio al 91’ è insignificante, è l’anti-Inzaghi in questo. Non ha neanche un sussulto dopo il gol subito, si barrica nel finale.” Questa critica potrebbe suonare come un campanello d’allarme per chi inizia a vedere il Napoli piegato da schemi di gioco prevedibili e da una gestione della rosa al limite dell’incomprensibile.
Ancora più tagliente, la visione di Pastore: “Il Napoli è a immagine e somiglianza di Conte ma nella versione peggiore, un allenatore che punta su grinta, sacrificio, compattezza… ma ora è rimasto solo questo.” Qui la frustrazione dei tifosi potrebbe esplodere: c’è un pressing su un immaginario che non si sta realizzando. I singoli come Neres e McTominay non girano come dovrebbero, e la dipendenza da Lukaku per la generosità in campo è palpabile.
Sulla lotta scudetto, la sentenza è severa: “E’ un campionato con una delle rivalità Scudetto peggiori per qualità degli ultimi anni.” Con il calo della competitività, il Napoli si trova a dover combattere contro un destino che sembra avverso. “Italiano miglior allenatore di questo campionato? Sì, ma chi poteva immaginarlo lì il Bologna.” Un colpo al cuore per chi pensava che il Napoli avesse il potenziale per dominare.
Il discorso si chiude con di critiche e interrogativi mondo calcistico: “Conte ha sempre raccontato che contano solo i tre punti, ma ha sempre faticato a segnare. Ora ha il calendario, può vincere 7 gare… ma giocando così… il Napoli si sente sicuro solo barricandosi.” La totale mancanza di creatività nel gioco e l’assenza di un vero killer instinct in fase offensiva lanciano un segnale allarmante. I tifosi possono solo aspettare e sperare in un cambiamento radicale, mentre si raccolgono le ceneri di una prestazione che, come è stato detto, sa di delusione.