Rosario Pastore, in un lungo post, ha analizzato la situazione del Napoli campione d’Italia dopo il pareggio al Dall’Ara di Bologna.
Rosario Pastore, giornalista, ha commentato il pareggio tra Bologna e Napoli concentrandosi sulla situazione della squadra di Rudi Garcia. Queste sono le sue parole: “Un amico su Facebook, in modo cortese, ha sollevato obiezioni riguardo a ciò che avevo scritto sulla partita di Bologna, sottolineando che l’opinione di due giornalisti napoletani era in contrasto con le mie idee e consigliandomi di leggere ciò che avevano scritto. Rispondo, sperando altrettanto cortesemente, che i due nomi proposti sono fra i colleghi che stimo di più e che sono considerati mie conoscenze come “amici”. Si tratta di due professionisti famosi, che apprezzo molto. Detto ciò, posso intuire le tesi che hanno avanzato, perché le hanno già espresse in molte occasioni. Tesi che sono del tutto legittime, naturalmente. Naturalmente, ricordo che è meraviglioso poter ancora ragionare con la nostra testa.”
“E continuo a farlo, rispettando, ribadisco, le opinioni degli altri. Ma la mia testa mi dice ancora che questo Napoli non mi convince, che certe decisioni sono incomprensibili, che l’organizzazione della squadra è impalpabile o addirittura inconsistente. Inizio dicendo che sono il primo a rendersi conto che bisogna dimenticare il Napoli campione di Spalletti, bisogna lasciare da parte i bei ricordi, perché fanno parte del passato e ciò che conta è il presente. E al momento, il presente mi sembra indecifrabile. Preciso: tout le monde sa che Osimhen, capocannoniere in carica, ha bisogno di essere continuamente rifornito di palloni provenienti da ogni parte e su cui si getta con grande entusiasmo. Allora, perché lasciarlo completamente isolato in avanti, rifornendolo solo con lanci lunghi, che nella stragrande maggioranza dei casi finiscono nelle mani di una coppia di marcatori che, anche il più stupido degli allenatori avversari, gli mette addosso?”
“Tutti sanno, come dimostrato anche in nazionale, che Raspadori non è un terzino offensivo ma un giocatore che dà il meglio di sé quando gioca vicino al centravanti. Allora, perché continuare a schierarlo a destra, quando ci sono sicuramente alternative migliori e quando si è privato, senza troppo pensare, di un elemento prezioso come Lozano, che aveva sviluppato un’ottima intesa con Di Lorenzo? E, in ogni caso, Politano è una soluzione più logica rispetto a Raspadori. Ancora, siamo dimenticati del Lobotka dello scorso anno, ma chiunque sa che questo playmaker si esprime al meglio se schierato davanti alla difesa e non in una posizione più avanzata, dove viene soffocato dai centrocampisti avversari. Inoltre, contro il Bologna, Anguissa è stato applaudito da una parte della critica e criticato dall’altra: la verità è che Zambo non ha ancora la brillantezza fisica e i lampi del giocatore che abbiamo ammirato. In attesa del miglior Anguissa, ci sono o non ci sono alternative? O gli acquisti fatti sono stati solo per dare l’impressione di aver fatto qualcosa, senza però crederci davvero? Cajuste, che non mi sembra così scadente, potrebbe essere una valida alternativa? E tornando al terzino offensivo destro, Lindstrom deve rimanere sempre in panchina? Alle persone benintenzionate, ai buonisti che si scandalizzano per la “scostumata” reazione di Osimhen e, in parte, di Kvaratskhelia, dico semplicemente di stare tranquilli e ricordare che certe cose sono sempre accadute”.
“Chi sta scrivendo, ha visto personalmente una delle proteste più clamorose, quella di Giorgio Chinaglia ai mondiali tedeschi del ’74: Giorgione insultò senza pietà il povero Valcareggi al momento della sostituzione. Ci sono stati molti altri episodi simili, avvenuti con giocatori di grande calibro. E tutti, dico tutti, denotavano un’atmosfera tesa, sia dentro che fuori lo spogliatoio. Mai, ripeto, mai ho visto un giocatore infuriarsi per essere sostituito in un momento positivo, quando la squadra sta andando bene e ha fiducia nel suo allenatore. Quando le cose vanno male, quando c’è malessere diffuso, ecco che si verificano queste reazioni. È obbligatorio menzionare il tweet inviato da De Laurentiis dopo la partita. “Il Napoli riparte, bravi tutti”, ha scritto il presidente. E io penso: non era già ripartito a Braga, in Champions, con una vittoria sofferta, ma pur sempre una vittoria? Cosa significa quel “bravi tutti”?”.
“Bravo Garcia e anche Osimhen? Ribadisco che è giusto inviare un messaggio, ma non so quanto convinto fosse il presidente. Tornando alla partita di Bologna, purtroppo i 3 punti non sono arrivati, anche se, con un pizzico di fortuna, erano raggiungibili. Questo significa forse che dobbiamo chiudere gli occhi e farci prendere dall’entusiasmo? Ignorare gli episodi che testimoniano il malessere della squadra? Tutti amiamo il Napoli, ribadiamolo una volta per tutte. Tifare non è solo prerogativa di chi non giudica con la propria testa, ma si fa influenzare da quella degli altri, specialmente di chi invita ad applaudire sempre, acriticamente. Non credo che questa sia la strada migliore. Sono sempre più convinto che la svolta della scorsa stagione sia stata in qualche modo favorita, se non spinta, da quanti continuavano a mettere in guardia il club sulla necessità di trovare valide alternative alle partenze di Koulibaly, Mertens, Insigne e così via”.
“La società ha brillantemente operato, grazie al lavoro svolto da De Laurentiis e Giuntoli. Non si va avanti con l’atteggiamento “tutto va bene, madama la marchesa”, rischiando di ritrovarsi con il castello in fiamme. Forza Napoli sempre, ragazzi. Ma con intelligenza, non nascondendo la testa sotto la sabbia. Se la situazione si risolverà, se il Napoli tornerà convincente, saremo tutti, e ripeto, tutti, estremamente felici. Un’ultima cosa: si è parlato degli articoli dei colleghi. E quindi un suggerimento: leggete l’ultimo articolo di un pezzo da 90 come Fabrizio Bocca sul Napoli. Se avete voglia, cercatelo su FB, sulla sua pagina. Credo che sarà illuminante su molti punti. Grazie e buona giornata”, ha concluso Pastore.