Okafor: l’uomo mancato nel finale
Nel teso finale della sfida, il Napoli sembrava avere tutto sotto controllo dopo essere passato in vantaggio con il gol di Gudmundsson. Tuttavia, la rete dell’ex Genoa ha rimescolato le carte, portando la Fiorentina a un assalto disordinato mentre la squadra di Conte si ritirava nella propria metà campo. In questa situazione, molti si aspettavano l’ingresso in campo di Okafor, il cui recente stato di forma era stato confermato dalla brillante prestazione contro l’Inter. In quell’occasione, alcuni suoi spunti e dribbling avevano messo in difficoltà gli avversari, contribuendo in modo decisivo all’azione che aveva portato al pari di Billing.
Un’occasione persa per brillare?
La decisione di tenere in panchina lo svizzero nel momento più critico ha sollevato domande tra i tifosi e gli esperti. Con la tensione crescente e la possibilità di subire un gol beffa, Okafor avrebbe potuto portare quella scossa necessaria per spezzare il forcing avversario e potenzialmente chiudere la partita con le sue azioni fulminee.
Ancora una volta, si è verificata una dinamica in cui una squadra in vantaggio si chiude in difesa, suscitando discussioni sulla gestione delle risorse in campo.
Perché non c’era con la Fiorentina? Tutti erano convinti di vederlo in campo
Mancava solo lui, Okafor. Mancava solo lui nel finale palpitante con l’ansia che saliva e il rischio beffa. Il Napoli era in controllo della gara fino al gol di Gudmundsson, poi la rete dell’ex Genoa ha cambiato le sorti del finale, con la Fiorentina disordinata e all’attacco e la squadra di Conte prudente e rintanata nella propria metà campo. Sembrava tutto pronto per l’ingresso di Okafor che già con l’Inter, nel finale, aveva convinto per qualche dribbling e sprint (da una sua azione è nato il pari di Billing), invece lo svizzero – che nei giorni scorsi aveva mostrato i suoi progressi…
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