Rocchi trasforma OpenVar in tribunale personale? Inconsistenze arbitrali nel calcio che fanno arrabbiare tutti #Rocchi #Beukema #Pisa
Il giornalista ha espresso forti critiche alle valutazioni del capo degli arbitri Gianluca Rocchi, accusandolo di applicare il regolamento in modo arbitrario e incoerente. In particolare, si punta il dito su un episodio recente, criticando come Rocchi sembri cambiare le regole a suo piacimento per condannare o assolvere gli arbitri.
“Rocchi ha trasformato “OpenVar” nel suo tribunale personale, dove condanna o assolve l’operato degli arbitri. Spesso-come in occasione del rigore concesso al Pisa per un fallo di mano di Beukema, smentendo se stesso e il regolamento. Per fortuna il web non dimentica, e tutti ricordano che l’anno scorso in Juve-Roma l’arbitro Guida il VAR Serra e l’avar Mazzoleni (guarda un po’) giudicarono NON punibile (giustamente) il mani evidentissimo di Bremer , pallone inaspettato che arrivava da un rimpallo. Decisione confermata dagli stessi vertici AIA . Ieri invece il mani di Beukema dopo che il pallone calciato da 1 metro era finito prima sulla coscia del difensore napoletano è stato giudicato punibile. E c’è anche chi scrive che era ovvio. Ci sarebbe da morire dal ridere, se non ci fosse da piangere”.
Al cuore della critica c’è un’analisi del regolamento che contraddice le decisioni di Rocchi, evidenziando due punti chiave che mettono in discussione la sua interpretazione.
Il punto cruciale del regolamento che smentisce Rocchi : 1. Il braccio di Beukema NON è in una posizione innaturale ma è in una posizione congrua al movimento ( gamba sinistra in estensione e allevata dal terreno che cerca di intercettare la palla) . 2. Il pallone è inaspettato: il giocatore del Pisa lo devia da un metro, la palla finisce sul ginocchio sinistro di Beukema eppoi sul braccio”.
Queste discrepanze non solo frustrano i fan, ma sottolineano un problema più ampio nel mondo arbitrale, dove le regole sembrano piegarsi al momento, lasciando tutti a chiedersi se il gioco sia ancora equo.