L’allenatore Sandro Pochesci ha parlato dei problemi che affliggono il calcio italiano, soffermandosi sugli allenatori “raccomandati” che riescono a fare carriera.
Attraverso TMW Radio, il vulcanico allenatore Sandro Pochesci ha affrontato il problema degli allenatori di Serie A e ha criticato duramente i raccomandati: “Sono più che altro stufo di vedere allenatori che fanno disastri e sono ancora in piedi solo perché dietro hanno agenti importanti e amici, serve meritocrazia. Dionisi, Zanetti dovrebbero stare in Serie A, dove invece vediamo sempre i soliti. Breda perché fuori? In C non sarà voluto rimanere, va benissimo, ma nessuno chiamato, quando invece chi fa male in B viene chiamato per uno scorcio di stagione in A.”
Meritocrazia nel calcioPUBBLICITA
Pochesci sottolinea la mancanza di meritocrazia nel calcio italiano, evidenziando come spesso le carriere vengano influenzate non dal talento, ma dalle connessioni personali. “Dico una cosa: vedo tante carriere senza talento, e tanti talenti senza carriera. Ma del resto qui ancora ci sono padri che prendono le squadre per far giocare i figli, e guai se si mettono in panchina: un tempo guai invece a chi ci toccava l’allenatore.”
Il ruolo della cultura calcistica
L’allenatore ha poi messo in evidenza l’importanza dei calciatori con cultura, che possono facilitare il lavoro degli allenatori grazie alla loro capacità di comprendere meglio le istruzioni tecniche: “Calciatori con cultura sono importanti anche per questo, agevolano il compito dei mister, perché è più facile spiegare loro tante cose.”
Infine, Pochesci ha espresso un desiderio di depoliticizzare il calcio, proponendo che ai vertici del sistema calcistico ci siano ex calciatori che hanno dedicato la vita a questo sport: “Toglierei la politica dal calcio. Io nei ruoli di vertice del calcio voglio gente come Baggio, Del Piero, Totti, gente che ha fatto sacrifici oltre a 30 di calcio. Sarebbe un altro mondo.”