Giacomo Raspadori, attaccante del Napoli, ha condiviso, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, le sue ragioni per aver scelto di giocare nel club partenopeo anziché accettare l’interesse di altre squadre di spicco come la Juve, il Milan e l’Inter.
Esprimendo la sua felicità nel far parte della storia del Napoli, Raspadori ha sottolineato l’importanza di lottare per lo scudetto e nelle coppe internazionali.
L’attaccante ha enfatizzato l’energia e la passione per il calcio che si respira nel Napoli, motivi che lo hanno spinto verso questa decisione. Ha anche parlato della gioia collettiva che ha seguito la vittoria dello scudetto e ha manifestato la sua fiducia nella squadra e la determinazione nel ritrovare la cattiveria necessaria per raggiungere grandi traguardi.
Raspadori ha rivelato di ispirarsi a giocatori come Aguero, Di Natale, Rooney e Tevez, sia per le loro caratteristiche fisiche che per il modo in cui affrontano il gioco. Infine, ha affrontato la situazione attuale del Napoli, attribuendo le difficoltà di questa stagione al carico emotivo della vittoria dello scudetto e alla necessità di ritrovare la cattiveria e la convinzione necessarie per competere al massimo livello. Quest’anno, promette grandi cose.
“Sin da subito essere qui è stato un motivo di orgoglio. Mi avevano cercato Juve, Milan, Inter ma sono felice di giocare nel Napoli, anche per la storia dei calciatori, vorrei ricordare solo Maradona e Juliano, che hanno indossato questa maglia. Io sono ambizioso e sapevo che questo era il luogo giusto: dopo il magnifico tempo trascorso al Sassuolo, avevo bisogno di uscire dalla mia comfort zone, di lottare per uno scudetto e nelle coppe internazionali. All’inizio è stato strano, ma qui c’è energia, si vive la gioia di vivere e si percepisce una passione per il calcio che è febbre e amore vero, collettivo, quotidiano. Sono felice, qui”.
“Quest’anno non credo ci sia qualcosa di particolare. Penso sia fisiologico, dopo la vittoria dello scudetto. Non è un alibi, ma l’anno scorso è stato emotivamente dispendioso, non siamo abituati a vincere, non abbiamo sempre la cattiveria che discende da quella convinzione. Dobbiamo ritrovarla, ci stiamo lavorando. Siamo una grande squadra. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai”.