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Razzismo, il calcio da Piantedosi: si lavora su riconoscimento facciale e Daspo

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Riconoscimento facciale, Daspo e sua tracciabilità nei documenti personali. In sintesi: poche novità, qualche punto fermo ribadito e qualche misura da rafforzare. E’ quanto emerso al termine del vertice al Viminale dopo l’ultimo caso di razzismo nel calcio che a Udine ha coinvolto il portiere del Milan Mike Maignan, un episodio che ha già portato alla chiusura per un turno dello stadio friuliano salvo capovolgimenti di fronte nel ricorso presentato dal club.

All’incontro, durato circa un’ora, hanno partecipato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, insieme a quello dello Sport, Andrea Abodi, e ai vertici del mondo del calcio. L’inasprimento delle misure, dal Daspo al possibile arresto per i cori razzisti, non era sul tavolo. L’obiettivo è quello di migliorare le infrastrutture negli stadi di Serie A con strumenti di videosorveglianza proprio sul modello di quello di Udine. Tra le poche novità finora emerse, la costituzione di un gruppo di lavoro sul tema che coinvolgerà i due ministeri, la Figc e le leghe per definire i prossimi provvedimenti.

“E’ stato costituito un gruppo di lavoro che immediatamente lavorerà sulla struttura del Daspo, valutando anche la tracciabilità di questo nei documenti personali dei soggetti daspati. Valuteremo poi di intervenire per associare il daspo ad altre forme di recupero sociale delle persone che incorrono in certi errori non più sopportabili”, ha spiegato Abodi.

“Poi – ha aggiunto – cercheremo di trovare altri strumenti di valorizzazione del ritiro del gradimento di certi soggetti da parte dei club, ma è compito delle società, delle leghe e della federazione”. Il ministro ha inoltre auspicato che lo stadio di Udine “fosse riempito solo di bambini per fargli vivere lo spettacolo del calcio”.

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha parlato di “incontro molto positivo” e ha spiegato che sono state delineate “alcune idee e progetti che possono comunque migliorare la qualità infrastrutturale. Mi riferisco in particolare all’ipotesi dell’inserimento del riconoscimento facciale”, per il quale si attende però un aggiornamento della disciplina sulla privacy. Gravina ha rimarcato che “le nostre norme sono le più severe a livello internazionale” e che l’eventuale decisione su norme più severe come l’arresto “non spetta a noi”.

Infine, sull’eventuale inasprimento del Daspo: “Io sono molto favorevole soprattutto all’idea del recupero. Il Daspo è sicuramente uno strumento che sta dando i suoi frutti. Quindi inasprirlo non so a cosa possa servire”. “Il Daspo determina già oggi quasi sempre la pena più severa”, ha evidenziato anche il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, anticipando solo che questo “sarà oggetto di approfondimento del gruppo di lavoro”.

Per ora, insomma, resta il forte gesto di Maignan e dei suoi compagni di squadra che hanno deciso di abbandonare il campo per qualche minuto e le parole del portiere che ha chiesto sanzioni più dure. “Non basta più dire ‘stop al razzismo’, servono gesti concreti che possano andare anche contro la cosiddetta ‘legge del campo’”, ha ribadito anche oggi il suo compagno di squadra Alessandro Florenzi. La palla ora sta di nuovo nel campo delle istituzioni.

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