Il dilemma dello stadio: Napoli merita di più, non un rammendo
Umberto Chiariello, con la sua schiettezza tipica, ha lanciato un appello al sindaco di Napoli durante un intervento su Radio CRC: “Fermatevi, fermatevi. Sindaco, ascoltami: tu sei un uomo di straordinaria intelligenza.” E ha ragione, maledizione, perché qui non si tratta di lodi vuote, ma di un avvertimento per una città che rischia di restare impantanata nel suo passato glorioso ma stantio.
Come tifosi del Napoli, sappiamo che un semplice ritocco al Maradona non basterà a farci sognare in grande; è come lucidare una vecchia Ferrari arrugginita e pretendere che vinca il Gran Premio. Chiariello critica duramente i 150 milioni per ristrutturare: “Che senso ha chiedere 150 milioni per ristrutturare il Maradona? Per fare cosa? I parcheggi sono quelli e tali resteranno.” Ha colto nel segno, perché alla fine avremo solo una patina di modernità su un relitto degli anni ’50, mentre il resto d’Europa ci ride dietro.
Paragoniamo con Manchester: l’Old Trafford è pronto a essere demolito per un mostro nuovo, e noi? Bloccati con curve lontane come in un stadio “olimpico” d’altri tempi, dove vedi la partita come se fossi su un balcone. “Andrebbe tutto rifatto: smantellate le curve, ricostruite, ma è un lavoro immenso.” Chiariello non esagera; se non ci sbrighiamo, il Napoli resterà un gigante coi piedi di argilla, incapace di generare ricavi veri, come fa l’Arsenal con l’Emirates.
Certo, il sindaco ha fatto miracoli con il turismo e i trasporti, ma sullo stadio sembra un generale che combatte battaglie perse: “Sindaco, non ti sto dicendo di rinunciare alla tua autorevolezza… Ma sullo stadio stai portando avanti una battaglia di retroguardia.” È ironico, no? Proprio lui, che ha rivitalizzato Napoli, rischia di affossare il nostro sogno europeo. La UEFA è stata chiara: “siete pazzi in Italia”, e hanno ragione, perdiamo occasioni come agli Europei del 2032 per pura testardaggine.
Insomma, diamo una spinta al presidente De Laurentiis, che non è un santo ma sa trasformare idee in oro. Se blocchiamo la conferenza dei servizi del 4 settembre, resteremo a guardare Roma e Firenze dal fondo del barile. Napoli, svegliati: un nuovo stadio non è un lusso, è la nostra arma per dominare il calcio e la città. Facciamolo, prima che sia troppo tardi.