RomaMilan: A poche ore dal big match, la Roma sembra ancora alle prese con il solito refrain sugli arbitri, tra lamentele e strategie psicologiche. Chi ha detto che il calcio è solo palla e piedi? #SerieA #ASRoma #Milan
Claudio Ranieri, alla vigilia di una sfida che promette scintille contro il Milan, non perde occasione per rimarcare il suo solito pensiero sugli arbitraggi. Con una punta di quel sarcasmo che ormai lo contraddistingue, ha affermato che "il Milan è una squadra forte, completa e organizzata, ma noi siamo pronti a disputare la partita come sempre." Tradotto: il campo parlerà, ma intanto meglio prepararsi a ogni evenienza, soprattutto arbitrale.
La vera bomba però arriva quando Ranieri si addentra nel tema caldo, quello che tiene banco anche tra le chiacchiere da bar: gli arbitri. Non si fa problemi a dire che "la designazione del direttore di gara per questa partita è stata fatta senza alcun dubbio," il che suona un po’ come la classica frase fatta che nessuno si beve fino in fondo. Dietro questa apparente tranquillità, il messaggio è chiaro: quei fischietti sono sempre sotto la lente di ingrandimento, e non è un segreto che in casa Roma si sentano spesso penalizzati.
Il tecnico giallorosso sfodera poi un atteggiamento da vero stratega, sottolineando come l’aspetto mentale sia fondamentale: "Dobbiamo mantenere la concentrazione e giocare senza farsi condizionare da episodi esterni." Tradotto: arbitri o no, la partita va vinta con la testa e la grinta, e non con le lamentele.
Di certo, la Roma arriva al confronto con il Diavolo consapevole che non è solo una questione di forza tecnica o tattica. Nel quadro generale di una Serie A che non perdona, e dove ogni dettaglio conta, dichiarazioni come queste fanno capire che il clima è caldo e che la pressione arbitrale sarà un tema spinoso anche oggi.
La partita, insomma, si preannuncia combattuta su due fronti: quello del campo e quello dei fischietti. L’appuntamento è per stasera, quando a parlare dovranno essere soprattutto i calciatori giallorossi, con o senza l’aiuto del quarto uomo.