Luciano Spalletti, vincitore dello scudetto, è stato un allenatore leggendario a Napoli, ma Rudi Garcia è chiamato a dare continuità dopo la sua vittoria.
Luciano Spalletti ha finalmente realizzato due dei suoi sogni: vincere uno scudetto, raggiunto a Napoli dove ha un sapore speciale rispetto ad altri club vincenti, e diventare Commissario Tecnico dell’Italia, una carica riservata a pochissimi allenatori. Per Spalletti, quindi, è un momento magico. I napoletani lo considerano una leggenda e gli hanno perdonato la sua decisione di lasciare per riposarsi, soprattutto quando è arrivata la chiamata della nazionale e lui ha subito ripensato alla sua scelta. Il compito di Rudi Garcia, tuttavia, è sicuramente più impegnativo e difficile rispetto a quello di Luciano.
E ci sono molti motivi per questo. Prima di tutto, ripetersi non è mai facile, specialmente quando si eredita il lavoro di un allenatore che ha avuto due anni per plasmare la squadra secondo le sue idee. A chi arriva dopo di lui viene richiesta continuità, anche se non è automatico entrare immediatamente nelle menti dei giocatori e introdurre nuove idee. Se già in generale non è facile ripetersi, a Napoli lo è ancora di più, considerando che si tratta di un club che non ha le risorse necessarie per trattenere i calciatori più importanti o per acquistarne altri di alto livello. Il caso di Kim lo dimostra. Inoltre, giocatori come Kvaratskhelia e Osimhen, che non hanno clausole di rescissione nel loro contratto, possono solo aspettare offerte milionarie senza avere la possibilità di accettarle. Questo aspetto conferisce ancora più valore al lavoro svolto da De Laurentiis e dalla società. È evidente, quindi, che per Garcia non è facile ripartire da una squadra che in certi aspetti è diversa da quella che ha vinto lo scudetto (scopriremo quanto sia più forte) e con i tifosi che sperano in un bis. Ecco perché è fondamentale che il popolo azzurro sostenga il mister.