Sandro Sabatini elogia l’Inter: “Ho visto una squadra da Scudetto!” #Inter #SerieA #CalcioItaliano
Il giornalista Sandro Sabatini ha condiviso un video sul suo canale YouTube in cui non trattiene il suo entusiasmo per l’Inter, fresca della vittoria contro la Cremonese. Con un tono che sfiora l’ammirazione esagerata, Sabatini dipinge i nerazzurri come una forza inarrestabile, senza peli sulla lingua e con un pizzico di irriverenza tipica di chi non ha paura di dire pane al pane.
Nelle sue dichiarazioni, Sabatini sottolinea la trasformazione della squadra, mettendola in luce rispetto alle prestazioni passate. “D’accordo che di fronte c’era la Cremonese, ma io ho visto un’Inter che non vedevo da anni. È una squadra che lotterà sicuramente per vincere lo Scudetto, perché è una squadra forte, potente, con giocatori che adesso hanno entusiasmo e si aiutano. La rosa è ampia e poi ci sono delle individualità per cui, se Lautaro Martinez è questo, cioè quello degli anni migliori, è un capitano e un attaccante straordinario; se Bonny che è la quarta punta, non fa rimpiangere Thuram, l’Inter ha una potenzialità che prima non aveva. Eintracht travolto dal Bayern: difesa un disastro, 16 gol subiti in 4 partite
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Proseguendo, Sabatini non si ferma alle lodi generiche, ma va dritto al punto con osservazioni taglienti sui singoli giocatori e sull’allenatore. “Potrei continuare con Barella da regista che dà palle d’esterno che sembra Modric, Dimarco è un giocatore che così non si vedeva da un anno. Tutto il resto viene di conseguenza, compreso il fatto che Cristian Chivu è un grande allenatore. E qui non mi tirate fuori il solito discorso sull’esperienza: per quello basta una ricerca su Google per vedere che aveva 13 panchine in Serie A. Ma a parte che anche Conte quando andò alla Juventus aveva solo una quindicina di panchina in Serie A, ma poi non conta quello. Conta come i giocatori lo guardano, come lo seguono, l’empatia…”
Questa analisi di Sabatini evidenzia come l’Inter stia vivendo un momento di rinascita, con una miscela di talento e coesione che potrebbe fare la differenza nel campionato. Le sue parole, prive di filtri, riflettono un calcio dove l’entusiasmo conta più dei curriculum, lasciando spazio a riflessioni su come il gioco possa essere imprevedibile e meritocratico, a dispetto di chi pensa che servano solo anni di esperienza per comandare.