Arrigo Sacchi, ex commissario tecnico della nazionale italiana, è recentemente tornato sulla polemica sollevata nei giorni scorsi con un articolo. L’ex allenatore aveva insinuato (almeno questa era l’interpretazione di molti lettori) che la differenza tra la sua Italia e quella di Lippi risiedeva nel fatto che Grosso avesse segnato il rigore, mentre Baggio no. Sacchi ha voluto chiarire attraverso un editoriale per la Gazzetta dello Sport: "Dopo l’articolo che ho scritto sulla Gazzetta di mercoledì, nel quale ricordavo il Mondiale del 1994 e la sconfitta della mia Italia ai calci di rigore contro il Brasile, ho constatato con stupore di aver sollevato qualche polemica".
Chiarimenti di Sacchi sulle polemiche
Sacchi ha spiegato che il suo intento non era quello di criticare né Baggio né alcun individuale, ma piuttosto di sottolineare che la sorte di un incontro non dovrebbe essere decisa da un singolo episodio come un rigore sbagliato. Nella sua chiusura ha dichiarato: "Molto più semplicemente, con quella frase, intendevo sottolineare che un rigore, anzi tre perché noi con il Brasile ne sbagliammo tre (oltre a Roberto Baggio, anche Baresi e Massaro), non può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, non può essere decisivo nel giudizio complessivo di un’esperienza. Tutto qui. In Italia, che è un Paese di campanili dove si bada sempre all’interesse singolo e mai a quello collettivo, piovono critiche a trent’anni di distanza e addirittura si pensa che io non sia stato riconoscente a Baggio".
Il punto di vista di Sacchi su Italia e Brasile
Secondo Sacchi, la fondamentale questione emersa dalla polemica ha evidenziato una tendenza tutta italiana a focalizzarsi su aspetti secondari e a trascurare il quadro generale. Ha aggiunto che continuare a criticare decisioni e episodi di trent’anni fa è indicativo di un atteggiamento che preferisce la critica individuale alla visione collettiva. Ha enfatizzato come il suo vero obiettivo fosse semplicemente quello di ricordare come episodi isolati non dovrebbero definire l’esito di un’intera competizione o carriera.
In definitiva, Sacchi ha cercato di ridimensionare l’importanza data ai rigori mancati, sostenendo che non dovrebbero essere utilizzati per giudicare la bontà di un’esperienza sportiva complessiva. Questo approccio appare coerente con la sua visione ampia e collettiva del gioco del calcio.
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