Le italiane in Champions: Juventus e Inter volano alto, Napoli impara a soffrire #ChampionsLeague #SerieA #CalcioItaliano
Nel programma radiofonico “1 Football Club” su “1 Station Radio”, Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online, ha condiviso le sue riflessioni sulle prestazioni delle squadre italiane in Champions League. Con un tocco di realismo crudo, ha analizzato chi ha guadagnato terreno in questa intensa tre giorni europea.
Secondo Salvione, tra le italiane, Juventus e Inter emergono rafforzate. “Io credo che la Juventus abbia dimostrato grande carattere: sembrava una partita quasi impossibile, ma ha dato segnali importanti contro un avversario complicato. Bene anche l’Inter, che ha ritrovato il successo dopo le difficoltà in campionato: è stato salutare. E voglio allinearmi a Conte nel dire che anche il Napoli ne esce fortificato. A Manchester ha pesato l’espulsione di Di Lorenzo che ha condizionato tutta la gara, ma la squadra ha imparato che durante la stagione ci saranno momenti in cui dovrà saper soffrire. Secondo me l’esercizio di resistenza fatto in quell’occasione tornerà utile più avanti: è la dimostrazione che anche da una sconfitta si può trarre qualcosa di positivo, anche perché, di fatto, nella passata stagione i ragazzi di Conte non erano mai andati in inferiorità numerica”.
Quando gli è stato chiesto se considera quella sconfitta del Napoli come un’esperienza formativa, Salvione non ha esitato. “Sì, la vedo così. Durante la stagione possono capitare situazioni negative, come restare in dieci per settanta minuti. L’anno scorso non era mai successo, e in un certo senso a Manchester ci si è allenati anche a questo. Dirlo sembra paradossale dopo una sconfitta, ma pensare di fare risultato per settanta minuti in dieci all’Etihad era quasi impossibile. Da quella partita bisogna portare via almeno l’esperienza: secondo me sarà utile”. È una prospettiva brutale, ma onesta: a volte, le batoste insegnano più delle vittorie facili.
Sul tema delle scelte tattiche, Salvione è stato diretto, senza peli sulla lingua, riguardo a una mossa specifica. “No, non ho avuto dubbi su quel cambio. Non perché ci fosse una motivazione particolare, ma perché in quel momento serviva cambiare assetto. Dovevi pensare a giocare con una sola punta e restare compatto, magari provando a ripartire. Probabilmente Conte è arrivato un po’ tardi a inserire Neres, ma quando ha scelto di passare al 5-3-1, serviva uno come lui che potesse darti velocità o una giocata in contropiede. Il centrocampo non lo potevi toccare: i titolari erano intoccabili. Dovevi sacrificare un offensivo, e credo che De Bruyne fosse quello meno utile in quel tipo di partita. Avevi uno 0,1% di possibilità di creare qualcosa, e forse Politano poteva darti più di lui”. Non è un attacco, ma un commento schietto su come il gioco si evolve sotto pressione.
Guardando avanti, Salvione ha toccato il tema del turnover per il Napoli, con un’occhiata critica al cambio di stile dell’allenatore. “Questo è un tema che mi incuriosisce molto. Conte in passato è stato etichettato come un allenatore difensivista, ma oggi non è più così. A Manchester lo abbiamo visto fare pressing alto, uomo contro uomo, addirittura nella metà campo avversaria. È un Conte diverso, più moderno. Le rotazioni saranno inevitabilmente un tema cruciale della stagione del Napoli: l’anno scorso non appartenevano alla squadra, quest’anno invece sì. Ma attenzione: la settimana successiva non ci saranno impegni infrasettimanali. In teoria, quindi, Conte potrebbe permettersi di gestire le scelte soprattutto in base alla condizione fisica. Anche perché, come diceva Benitez, i cicli dei sette partite iniziano a pesare solo dalla quarta o quinta partita in poi. Per ora, secondo me, Conte può fare valutazioni semplici contro il Pisa, senza stravolgere troppo. Poi penserà al Milan la domenica successiva, che è l’appuntamento più importante”. Alla fine, è tutto un gioco di equilibri: vincere oggi senza rovinare domani, in un calcio che non perdona gli errori.