Un allenatore di spicco spara a zero sul calcio italiano e celebra la Premier come l’NBA del pallone. Che ipocrisia globale! #CalcioModerno #PremierLeague #EuropaVsItalia #TatticheFallimentari
In una recente intervista a Sky Sport, un noto tecnico ha espresso le sue opinioni schiette sullo stato attuale del calcio, non lesinando critiche al modo in cui il gioco viene interpretato in Italia rispetto all’Europa. Lui sostiene che il pallone non appartiene a nessuno in particolare, ma a chi ha idee efficaci. "Non so di chi sia oggi questo sport, penso che sia di chiunque abbia delle idee che poi diventano efficaci. In Italia si sta lanciando un messaggio, in Europa se ne sta lanciando un altro un po’ diverso. O perlomeno, i risultati vanno in una direzione un po’ diversa. In Italia si dice che il calcio moderno sia quello fatto dall’uomo contro uomo, soprattutto nella fase difensiva, ma in Europa poi il predominio è principalmente di squadre che difendono guardando la palla e che hanno tante qualità di palleggio. A livello di nazionali, mi riferisco al Portogallo e alla Spagna; a livello di club, al Paris Saint-Germain. Diciamo che i messaggi non sono univoci in questo momento".
Passando a temi più entusiasmanti, lo stesso tecnico ha confessato il suo debole per la Premier League, definendola un campionato superiore in ogni aspetto rispetto al nostro calcio provinciale. "È un campionato straordinario che si gioca con giocatori, squadre e ambienti straordinari. La Premier è l’NBA. Noi siamo la Serie A del basket italiano a confronto e te ne rendi conto da tutto: dagli stadi, dalle strutture, dai centri sportivi, dalla cultura e dalle conferenze stampa. Uno fa una conferenza stampa prepartita in Premier e c’è il giornalista giapponese, australiano, statunitense, cinese. Lì ti rendi conto della grandezza di questo campionato".
Ma qual è il messaggio chiave da lanciare in un contesto del genere? Secondo lui, non si tratta solo di tattiche, ma di coltivare idee genuine e restare autentici, anche se il mondo del calcio è pieno di impostori. "Non è tanto l’aspetto puramente tattico, l’importante è che i ragazzi abbiano delle idee e cerchino di tirarle avanti accumulando errori ed esperienza fino a che queste idee non diventino sempre più raffinate. Dal punto di vista personale, che ognuno rimanga sé stesso perché la maschera in questo mondo dura poco tempo". In sintesi, mentre il calcio italiano si arrabatta con vecchie convinzioni, chi ha visione potrebbe ancora cambiare le regole del gioco – o almeno provarci, prima che tutto crolli.