venerdì, Novembre 28, 2025

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Ah, che emozione quando un’ombra del passato come Maurizio Sarri torna a raccontare la sua avventura con il Napoli! Come un vero partenopeo, mi batte forte il cuore al pensiero di quei tre anni intensi, dove abbiamo visto un calcio stellare, fatto di tocchi precisi, pressing asfissiante e partite che ci facevano saltare in piedi al San Paolo. Eppure, proprio come un’amara tarantella, tutto quel talento e quella passione non si sono tradotti in trofei, lasciandoci con un rimpianto che ancora brucia.

Immaginatevi la scena: Sarri che ripercorre quei momenti, con il suo stile schietto e riflessivo, parlando di un progetto che ha incantato l’Italia intera. Noi tifosi, con il sangue azzurro nelle vene, ci sentiamo orgogliosi di quel gioco spettacolo, quel “calcio totale” che ci ha resi protagonisti indiscussi, anche senza la ciliegina sulla torta. Ma accidenti, quanto ci ha fatto male non alzare quella coppa! Eravamo lì, a un passo dalla gloria, con partite epiche e un senso di comunità che solo Napoli sa dare, ma alla fine, il vuoto di una bacheca senza trionfi pesa come un macigno.

Per me, un napoletano doc, questo è il bello e il brutto del nostro calcio: sogni infiniti e qualche lacrima, ma sempre con la testa alta. Sarri lo sa bene, e nel suo racconto c’è un po’ del nostro spirito indomito, quello che ci fa dire: “Avanti, azzurri, il prossimo trofeo è nostro!” In fondo, è proprio questa passione che ci tiene vivi, pronti a lottare per la nostra squadra, con il Vesuvio che ci guarda e ci spinge. Forza Napoli eterna!

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