Quando la politica gioca a nascondino con lo sport: solo 5 stadi in Italia contro 213 in Europa #Calcio #Stadi #PoliticaEDile
La situazione degli impianti sportivi in Italia è da far accapponare la pelle, soprattutto se paragonata al resto d’Europa. Il presidente di una importante istituzione sportiva non ha usato mezzi termini per lanciare la sua bordata contro chi dovrebbe avere il compito di facilitare lo sviluppo, ma invece frena tutto con la scusa di una burocrazia infernale.
"La burocrazia e la mancanza di visione di una parte della politica ha portato a fare solo 5 stadi in Italia mentre in Europa ne hanno fatti 213", ha spiegato il presidente con tutta la frustrazione che questo dato disarmante comporta.
Non è solo una questione numerica: significa che squadre e tifosi deviano su strutture vecchie, obsolete e spesso incapaci di garantire un’esperienza all’altezza degli standard internazionali.
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Questo ritardo non è casuale ma figlio di un sistema stantio che sembra quasi voler frenare lo sport, vera passione nazionale, invece di alimentarlo con investimenti e infrastrutture moderne. Il calcio italiano, tradizionalmente uno dei più seguiti al mondo, si ritrova così a dover lottare su un terreno di gioco che potrebbe essere migliorato, ma che resta imbalsamato nel passato a causa di impalcature burocratiche obsolete e di una politica prigioniera dei propri interessi.
In un momento dove lo sport potrebbe essere un volano economico e sociale, la scelta di bloccare la crescita delle infrastrutture risulta essere una vera e propria beffa per tifosi, atleti e tutto il sistema che gravita intorno al mondo del calcio italiano.