Ogni storia ha un inizio ed una fine. E non può essere differente per quella di Giovanni Simeone al Napoli.
Queste parole, tratte dalla cronaca recente, suonano come un inevitabile addio, e come tifosi del Napoli, non possiamo fare a meno di annuire con un misto di rassegnazione e realismo. Simeone, il “Cholito” figlio d’arte, è arrivato tra speranze e fuochi d’artificio, ma ora la sua avventura al San Paolo sta sfiorendo, proprio come tante scommesse estive che promettevano tanto e hanno lasciato poco.
Certo, va riconosciuto a Simeone di aver dato un contributo sporadico, segnando qualche gol in momenti critici, ma parliamoci chiaro: per un club ambizioso come il nostro, era come un fuoriclasse promesso che si è rivelato un semplice gregario.        Paolo Cannavaro: “City mi voleva, ma Napoli sparò prezzi folli” – Tipico affare alla partenopea!
                            
                        
                    Danimarca, convocati Riemer: Hojlund rientra dall’infortunio, ma è una scommessa azzardata? Da laziali, incrociamo le dita per i danesi.
                            
                        
                    Tifoso Lazio: “Quel asso del Napoli è una bestia, ci fanno sembrare in undici contro dodici”
                            
                        
                    Buffon: “Conte immutato su tre fronti, ma indovinate cos’è cambiato? Quel tipo non smette di stupirci!”
                            
                        
                    
Ironico, no? Il figlio di Diego Simeone, l’allenatore che ha reso l’Atletico Madrid una fortezza, arriva a Napoli e si dissolve tra le riserve. Forse abbiamo peccato di ottimismo, puntando su un nome altisonante invece di rinforzi veri, come fanno certi club rivali che non esitano a fare pulizia. E voi tifosi, ditemi: quanto è frustrante vedere questi prestiti che non cambiano una stagione?
Ma non disperiamo: la fine di Simeone potrebbe aprire spazio a talenti puri, tipo un Raspadori che scalpita o un altro colpo low-cost che ci ricordi i miracoli di De Laurentiis negli anni d’oro. Forza Napoli, sempre, ma con meno illusioni e più concretezza sul campo.

