venerdì, Novembre 7, 2025

Da non perdere

Via Marianucci? Napoli a caccia di un colpo clamoroso in difesa: speriamo non sia un altro bluff!

Un grande colpo per la difesa azzurra? Il Napoli...

Del Genio: “Quel talento andrebbe giocato di più, ma la Lazio se lo ride!”

Il Napoli al centro dell'analisi di Del Genio: che...

Bologna all’opera: novità su Immobile, il nostro bomber sempre in forma!

#AggiornamentiDaBologna La squadra di Italiano ci aspetta: pronti per...

Napoli caccia Sime Perko: quel “mini Dzeko” in scadenza è il rinforzo che ci serve!

#ForzaNapoliSulGiovaneCroato: Un talento da Hajduk Split che potrebbe far...
PUBBLICITA

Sodinha rivela il motivo per cui Conte lo escluse dalla squadra, con dettagli sugli allenamenti.

Felipe Sodinha, ex calciatore, mette in luce uno squarcio interessante sul mondo del calcio durante la sua recente intervista a Radio Goal, trasmessa su Kiss Kiss Napoli.

L’Impatto di Conte a Bari

‘Conte è un allenatore speciale’, afferma Sodinha, che lo ha conosciuto nel suo periodo a Bari, quando era appena agli esordi della sua carriera. Il mister è noto per il suo impegno totale sul campo e la capacità di spingere i suoi giocatori a dare il massimo. ‘Un episodio che fa capire la sua grande abnegazione?’, continua Sodinha raccontando un aneddoto personale. Durante le vacanze natalizie, quando aveva chiesto di poter tornare in Brasile, Conte gli aveva concesso qualche giorno in più rispetto agli altri compagni. Tuttavia, Sodinha tornò il 22 gennaio, 20 giorni dopo la data concordata, causando la reazione risoluta del tecnico che lo mise fuori rosa, interpretando il ritardo come una mancanza di rispetto.

Potrebbe interessarti

Leggi di più su Calcio

L’Inflessibile Metodo di Conte

Sodinha ricorda bene le condizioni di lavoro sotto la guida di Conte: ‘Conte è un uomo molto di parola’, sottolinea. Le richieste dell’allenatore erano altissime e non dare il 100% significava non poter continuare a lavorare con lui. Gli allenamenti erano tanto impegnativi che Sodinha racconta di giocatori che arrivavano al punto di vomitare per la fatica, ma nonostante la durezza, chi resisteva ne usciva notevolmente cresciuto, sia a livello fisico che mentale. ‘La preparazione al Bari era durissima’, confida l’ex calciatore, rimarcando come spesso tornava distrutto in stanza dopo l’allenamento, incapace di terminare i chilometri previsti senza una lotta contro se stesso.

L’intervista offre uno sguardo sincero su uno degli aspetti meno visibili del successo nelle carriere di successo nel calcio moderno, ovvero l’abnegazione e la dedizione richieste per eccellere ai massimi livelli.

Fonte Verificata