#DjedSpence racconta senza filtri: da eroe della promozione col Nottingham Forest a marginale agli Spurs, parole dure sul rapporto con l’allenatore e un confronto netto con Postecoglou. #PremierLeague #Tottenham #Calcio
Djed Spence ha scelto il podcast “Rio Ferdinand Presents” per spiegare in poche, sferzanti frasi quello che è andato storto dopo il salto agli Spurs. Reduce da una stagione straordinaria al Nottingham Forest, culminata con la promozione in Premier League, il suo approdo al Tottenham nell’estate 2022 sembrava il coronamento di un sogno: invece si è trasformato in un’esperienza travagliata.
L’elemento centrale del racconto è il rapporto con il tecnico, definito da Spence come freddo e poco di supporto. In prima persona, senza edulcorazioni, ha detto che la mancanza di fiducia lo ha scavato dentro. “Il più grande ostacolo è stato non sentire mai il sostegno del mio allenatore. Venivo da un anno eccezionale, ero fiducioso e in forma, ma i suoi commenti mi hanno quasi distrutto. Qualunque cosa facessi non sembrava mai abbastanza”.
Il terzino inglese ha raccontato anche il senso di isolamento e demoralizzazione che ne è seguito, e ha paragonato l’esperienza con il predecessore e il modo di lavorare dell’attuale guida tecnica. “Avevo bisogno di una parola di conferma, ma credo di aver parlato con lui solo una volta. Conte era molto ripetitivo, facevamo sempre le stesse cose. Questo ha minato la mia sicurezza. Postecoglou? Con lui c’è varietà, cambia spesso le cose. Ho capito che a volte bisogna esprimersi di più e non essere troppo umili”.
Il racconto di Spence è breve ma netto: dopo l’exploit con il Nottingham Forest e la promozione, l’esperienza al Tottenham nell’estate 2022 è stata segnata da un rapporto complicato con Antonio Conte e da una sensazione di non sentirsi sostenuto, mentre il confronto con Postecoglou emerge come indicazione di metodi diversi.