Ex preparatore atletico dell’Inter: "Abbiamo corso più del PSG, maledizione, e ora chi ci ferma?" #Inter #ChampionsLeague #CalcioItalia #AtleticaSulCampo
Fabio Ripert, una volta al timone della preparazione atletica per l’Inter e ora in Arabia con Simone Inzaghi, ha aperto il vaso di Pandora con Tuttosport, parlando senza peli sulla lingua del finale di stagione coi nerazzurri. "Lo staff di Inzaghi è di altissimo livello: pure quest’anno siamo arrivati in fondo a quattro competizioni. Fisiologicamente, per cambiare l’aspetto atletico di un giocatore e di una squadra, servono 7-8 settimane. Se affronti Bayern e Barcellona e esci dal campo dopo prestazioni storiche, non si può parlare di preparazione sbagliata col Psg, visto che la finale è stata giocata poche settimane più tardi. Le rigiro la domanda: come abbiamo ripreso e sorpassato Bayern e Barcellona nel secondo tempo se non stavamo bene fisicamente?"
Quando si tratta di una rosa con un’età media alta, Ripert non si è certo nascosto dietro a scuse da quattro soldi. "Tutto dipende anche da stile di vita, personalità, alimentazione, professionalità. Nell’Inter ci sono più calciatori sopra i 32-33 anni che secondo i dati potranno giocare ancora ad alti livelli. Sono atleti che non hanno nulla da invidiare a ragazzi di 21 anni: raggiungono gli obiettivi fisici prefissati dallo staff."
Il suo lavoro diventa un inferno quando le partite fioccano ogni tre giorni. "Hai tre squadre all’interno di una squadra. Chi gioca sempre, quelli che subentrano e chi non gioca mai. Devi lavorare soprattutto con chi ha minore minutaggio. L’allenamento migliore, per chi gioca con maggiore costanza, è la fase di recupero."
E perché alcuni giocatori sembrano volare in certe partite e strisciare in altre? Ripert taglia corto: è roba comune, senza tanti giri di parole. "Capita non siano sempre al top. È normale non possano essere tutti sullo stesso piano atletico. Sono problemi comuni a ogni squadra. La scorsa annata abbiamo vinto lo scudetto a marzo, si doveva parlare di condizione fisica incredibile, nessuno ha proferito parola. Gli infortuni quest’anno sono stati un 5% in più rispetto a quelli dell’anno precedente, ma meno gravi."
I risultati, si sa, cambiano tutto, e Ripert lo ammette senza mezzi termini. "Esatto. Poi cambia giocare 60 partite, come l’Inter, o 41, cioè un girone intero in meno, come il Napoli. Complimenti a loro per il titolo, ma è normale ci fosse una stanchezza diversa. Per alcuni abbiamo perso due scudetti, io dico che ci siamo sempre giocati il titolo, tranne che in una stagione. E siamo arrivati due volte in finale di Champions League: un traguardo enorme a livello sportivo ma anche finanziario."
Quella batosta 0-5 col PSG? Una partita da incubo, ma non tutta colpa della forma fisica. "La partita più brutta dei quattro anni, non l’abbiamo giocata. Ma sono tanti i fattori della sconfitta, i dati atletici non erano così negativi come si può pensare. A livello fisico sa che abbiamo corso più del Psg? Siamo andati dietro al loro palleggio. Se si rigiocasse, finirebbe con un risultato diverso. Le critiche ricevute? La gestione Inzaghi ha una media punti altissima, ha conquistato 6 trofei giocando un bellissimo calcio, facendo incassare circa 500 milioni, un record per il club."
Guardando al futuro, con possibili sfide ai quarti, Ripert resta leale e schietto. "La squadra con cui hai condiviso felicità e tristezza sportiva, dove si è creato qualcosa di speciale umanamente: non sarebbe facile, vinca il migliore! Voglio ringraziare i ragazzi, un gruppo eccezionale, i tifosi, che ci hanno sempre sostenuto e il club." In fondo, nel mondo del calcio, dove i soldi e i trofei parlano più di mille parole, storie come questa ricordano che dietro ogni sconfitta c’è un mucchio di sudore e qualche lezione da imparare.