lunedì, Novembre 10, 2025

Da non perdere

Crisi Napoli: Conte in arrivo per salvare la baracca? Le opinioni di Biasin e soci, da un laziale che ride sotto i baffi

#DibattitoSuConteAlNapoli: Il futuro del Napoli si infiamma, e io...

Crisi del Napoli: Elmas come soluzione? Dubbi seri da un tifoso rivale!

#CrisiNapoli: Paolo Specchia suona l'allarme, e noi partenopei non...

Brividi in Salernitana-Crotone: Villa in difficoltà, scatta l’allarme ambulanza!

#TragediaInCampo: Paura per un calciatore del Torino, che botta...

Tifoso Lazio schietto: “Questo suicidio calcistico era scritto, l’avevamo previsto dal primo giorno!”

#ForzaNapoliSempre, Criscitiello spara a zero sull'Atalanta in crisi: e...
PUBBLICITA

Starace e le sue confidenze leggere Un ritratto nostalgico del calcio che affascina, ma lascia un po’ di amaro in bocca

L’anima azzurra di Tommaso Starace: Un mito che unisce epoche del Napoli

Tommaso Starace, il leggendario magazziniere del Napoli, ha appena appeso gli scarpini al chiodo – o meglio, le borse da viaggio – e l’intervista su Repubblica ci regala un tuffo nel cuore del club. Da aiuto cuoco a custode dei segreti azzurri, la sua ascesa racconta la fedeltà che ogni tifoso del Napoli invidia e ama.

È il 1987 l’anno magico: “Sono entrato prima come aiuto dello chef Maresca, ho passato dieci anni in cucina. Poi nel 1987 sono riuscito a coronare il mio vecchio sogno… ho vinto il mio primo scudetto”. Questa frase ci ricorda come il Napoli sia sempre stato una famiglia, non solo una squadra, e quanti di noi sognano di vivere quel trionfo con Maradona.

Parlando di Diego, Starace evoca emozioni grezze: “Diego è stato un genio. Con lui non avevamo paura di nessuno. Ci ha insegnato a vincere… Ho visto Diego piangere”. Vero, tifosi: Maradona non era solo un dio in campo, ma un vulcano umano che ha forgiato il nostro spirito.

Potrebbe interessarti

Leggi di più su Calcio

Confrontato ai divi moderni, tipo Messi o Ronaldo, lui era puro fuoco napoletano – e Starace ne era l’ombra fidata, un legame che fa invidia a club come il Barcellona.

Poi c’è Mertens, l’eterno belga che ha reso Starace una star: “Dries è una persona meravigliosa e un campione vero… soprattutto i ragazzi”. Ironico, no? Mentre altri club cacciano icone per soldi, Mertens resta legato al nostro magazziniere, simboleggiando quella lealtà che il Napoli dovrebbe difendere, invece di vendere talenti al primo offerente.

E il caffè? Un’istituzione: “Tutti lo hanno bevuto… da Bianchi a Conte”. Sarri ne era dipendente, Mazzarri un estimatore – ma Sarri, con le sue sigarette, era come un tifoso esagerato. Oggi, con Spalletti e le sue diete, ci manca quella passione genuina; è un rito che unisce passato e presente, ricordandoci che il Napoli vince con cuore, non solo con tattiche. Voi appassionati, godetevi queste storie: sono il nostro vero scudetto.